I tassi di interesse sulla raccolta

Sul fronte dei tassi di interesse sulla raccolta, il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a maggio 2024 è stato il 3,51%. Ad aprile 2024 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 3,59%; area dell’euro 3,46%). Rispetto a giugno 2022, (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi BCE) quando il tasso era dello 0,29%, l’incremento è stato di 322 punti base. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso a maggio 2024 è stato il 3,52%, con un incremento di 221 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%. A maggio 2024 il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato l’1,04% (stesso valore del mese precedente; 0,32% a giugno 2022). Il tasso sui soli depositi in conto corrente è lo 0,57% (stesso valore del mese precedente), tenendo presente che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento.

Il margine tra tasso sui prestiti e tasso sulla raccolta

Il bollettino mensile dell’Abi segnala poi che il margine (spread) sulle nuove operazioni (differenza tra i tassi sui nuovi prestiti e la nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie a maggio 2024 è stato di 196 punti base.

La raccolta da clientela

La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di circa 214 miliardi tra aprile 2023 e aprile 2024 (131 miliardi famiglie, 19,6 imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione). A maggio 2024 la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno fa del 18,2% (+21,7% nel mese precedente). I soli depositi, nelle varie forme, a maggio 2024 sono rimasti sostanzialmente stabili registrando un calo pari a -0,1% su base annua dal -1,4% di aprile 2024.

I crediti deteriorati

Ultimo capitolo, quello dei crediti deteriorati: ad aprile 2024 l’ammontare netto (cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche) sono leggermente aumentati a 31 miliardi di euro, da 30,5 miliardi di dicembre 2023 (31,2 miliardi a settembre 2023). Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di quasi 166 miliardi. 17. Ad aprile 2024 i crediti deteriorati netti rappresentano l’1,45% dei crediti totali. A dicembre 2023, tale rapporto era l’1,41% (1,42% a settembre 2023; 9,8% nel 2015).

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