Dall’accordo in sede di rinnovo contrattuale al primo passo concreto per aiutare le vittime di violenza di genere che lavorano nell’alimentare il tempo è stato molto breve. L’ente bilaterale dell’industria alimentare, l’E.B.S., costituito nel settembre 2022 dalle associazioni datoriali dell’industria alimentare e dalle organizzazioni sindacati confederali Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil (oggi è presieduto da Alessandro Glisenti di Unionfood, mentre vicepresidente è Giovanni Mininni della Flai Cgil), ha infatti istituito un fondo in favore delle persone più vulnerabili, costrette a cambiare vita per difendersi da vessazioni fisiche e psicologiche.

Il contributo del 90%

L’ente ha definito un contributo economico pari al 90% per le spese di viaggio, trasloco, affitto e un percorso, a totale carico dell’Ebs, per un eventuale ricollocamento lavorativo. Questi nuovi strumenti sono a disposizione delle vittime di violenza di genere dipendenti dell’industria alimentare, e inserite in percorsi di protezione certificati, nel caso in cui debbano traferirsi in una nuova abitazione o debbano

cambiare città e impiego per uscire da situazioni di violenza di genere. C’è uno stanziamento inziale, ma comunque, assicura Glisenti, «nel bilancio tutte le richieste di aiuto saranno accolte».

Il ruolo del contratto di lavoro

La nuova tutela a carico delle imprese è stata condivisa dalle parti con il nuovo Contratto collettivo nazionale di lavoro dell’industria alimentare, aggiornato grazie ad un accordo tra le parti sociali raggiunto il primo marzo scorso. Il contratto ha anche introdotto una misura che consente alle vittime di violenza di genere, qualora l’azienda abbia più sedi lavorative, di chiedere il trasferimento in un’altra unità produttiva, a parità di condizioni economiche e normative, anche nel caso in cui ciò dovesse comportare un cambio di mansioni. Come spiega Glisenti, «è motivo di grande soddisfazione avere messo a disposizione strumenti concreti che aiutino le vittime di una piaga sociale molto attuale e diffusa su cui l’industria alimentare, come dimostra anche il contratto, mostra grande sensibilità. Al più presto l’Ebs entrerà nel vivo delle altre attività legate ai grandi temi che lo qualificano, come la formazione».

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