Si chiude a 11,2 miliardi l’emissione speciale numero 4 del BTp Valore, il titolo di Stato rivolto al mercato dei piccoli investitori e delle famiglie. Nell’ultimo giorno di offerta il BTp ha totalizzato altri 970,1 milioni di euro di acquisti, con 34.727 contratti che portano a 384.295 il contatore degli acquisti complessivi.

Anche il nuovo collocamento del BTp a sei anni, intervenuto a soli due mesi dal precedente con l’idea di raccogliere le adesioni di chi non si era deciso a salire sui treni appena passati, ha insomma raggiunto il proprio obiettivo. Perché gli 11,2 miliardi di consuntivo sono come da attese inferiori ai 18,3 dell’emissione di fine febbraio e anche alle somme simili raggiunte dai primi due collocamenti del 2023, ma collocano in ogni caso l’operazione appena chiusa nella parte alta della graduatoria delle offerte riservate ai piccoli investitori. In poco meno di 11 mesi, il BTp Valore ha consentito al Tesoro di raccogliere circa 65 miliardi di euro.

Le caratteristiche ormai consolidate nella struttura dei rendimenti hanno contribuito parecchio del resto ad alimentare l’interesse intorno a un titolo che si propone come barriera protettiva dall’inflazione e fonte di una sorta di reddito fisso aggiuntivo per i sottoscrittori. Perché mentre la corsa dei prezzi è terminata il BTp Valore offre cedole in crescita nel tempo, che in questo caso si attestano al 3,35% per il primo triennio e al 3,9% per il secondo. Per chi ha acquistato nella settimana dell’offerta del Tesoro ed evita di vendere sul secondario prima della scadenza di maggio 2030, poi, c’è un premio fedeltà dello 0,8% che porta il rendimento complessivo medio annuo al 3,79 per cento. Rispetto a un bond governativo ordinario di pari durata c’è un premio intorno ai 40 punti base. La cedola, come ormai da tradizione del BTp Valore, sarà staccata ogni tre mesi.

Il risultato conseguito dalla nuova offerta consolida il ritorno di passione per i titoli di Stato fra gli italiani, che nel 2023 hanno aumentato di circa 129 miliardi la propria quota in portafoglio. La miscela vantaggiosa di rischio basso e rendimenti interessanti, insieme ai vantaggi fiscali rappresentati dall’aliquota agevolata al 12,5%, sono del resto molto attrattivi in questo contesto di mercato. E quasi sicuramente spingeranno il Tesoro a tornare ad affacciarsi con nuove offerte nella seconda metà dell’anno.

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