Emissioni ridotte, più formazione, 130 progetti a favore del territorio. Sono i dati salienti del bilancio di sostenibilità di Assolombarda, il secondo realizzato dall’associazione imprenditoriale, maggiore territoriale di Confindustriua.

Il report rapprsenta uno dei pilastri della strategia Esg dell’associazione, andando a rendicontare gli obiettivi raggiunti e le attività realizzate sui temi ambientali, sociali e di governance.

Dal confronto con gli stakeholder sono stati anzitutto confermati i temi rilevanti su cui orientare l’azione, con un incremento della significatività per alcuni ambiti: diversity & inclusion, innovazione e digitalizzazione, relazioni industriali e sindacali, education, etica, integrità e trasparenza. Nel complesso sono stati realizzati 130 progetti a favore della comunità e del territorio, il doppio rispetto al biennio precedente. In termini di formazione sono state erogate quasi 1800 ore al personale, un aumento del 22% rispetto al 2022. Formazione allargata all’esterno, tenendo conto degli oltre 17mila giovani coinvolti in attività di orientamento.

La riduzione dei consumi ha portato inoltre ad una discesa del 10% delle emissioni prodotte rispetto al 2022 mentre una sezione del sito è stata dedicata alla sostenibilità, ampliando inoltre l’offerta dei servizi ESG. Altri temi avviati riguardano il percorso culturale sulle tematiche della diversity & inclusion e della parità di genere; mentre in parallelo il rinnovo del Palazzo Assolombarda di Gio Ponti in una logica di inclusività e sostenibilità ha dato vita a nuovi nuovi spazi comuni “aperti”, dedicati all’incontro e al dialogo tra le imprese e la città. A settembre, inoltre, aprirà l’asilo nido, il primo del sistema Confindustria, per i dipendenti dell’Associazione ma accessibile anche al resto della città.

«Il contesto attuale caratterizzato dalle transizioni green e digitale – commenta Alessandro Scarabelli, Direttore Generale di Assolombarda – rappresenta il momento giusto per accelerare il cambiamento verso la sostenibilità dell’intero sistema socioeconomico: una priorità che però va sostenuta. Le imprese, per differenziarsi e crescere, sono già impegnate a portare avanti questo importante processo trasformativo. Occorrono però politiche industriali coerenti e investimenti coraggiosi, finalizzati a sostenere le aziende nel ripensamento dei propri modelli di business. Va supportata l’innovazione in azienda, anche incoraggiando lo scambio virtuoso di best practice con il mondo accademico e della ricerca. E rafforzata la formazione delle persone, a garanzia della loro occupabilità ma non solo. La loro crescita e il loro benessere, dentro e fuori dal contesto aziendale, rappresenta una condizione necessaria per assicurare sviluppo di lungo termine con impatti positivi anche sulle performance d’impresa. Senza eccezioni per le piccole e per le medie imprese, che gradualmente saranno chiamate alla sfida del reporting di sostenibilità dall’Europa. La stima è che si passi, entro il 2026, dalle attuali 11mila imprese a 49mila, di cui circa 5mila in Italia a fronte delle 200 di oggi. E circa 1.700 nel territorio lombardo. Con la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), l’UE sta costruendo infatti la transizione verso un’economia sempre più sostenibile, attraverso un quadro normativo che mira proprio a rafforzare la responsabilità delle imprese».

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