ANSA/MIKE PALAZZOTTO

Il gip che gli ha imposto il divieto di dimora a Cefalù, paese in cui di fatto vive, ha parlato di «una gestione arbitraria e del tutto personalistica» dell’auto blu che, dicono gli inquirenti, Gianfranco Miccichè, ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana (Ars), deputato del gruppo misto, usava come fosse cosa sua. Il veicolo sarebbe stato utilizzato, secondo l’accusa, anche per portare al politico la cocaina e per fargli recapitare il cibo acquistato al ristorante dell’amico Mario Ferro, lo chef poi indagato per spaccio di droga nell’ambito di una inchiesta che svelò che il deputato più volte si era rivolto a lui per acquistare stupefacenti. Condotte che integrano il reato di peculato costate al deputato il divieto di dimora e il sequestro di oltre 2mila euro. «Io e il mio staff abbiamo sempre lavorato ed agito con la massima trasparenza e rigore», ribatte Miccichè. L’impiego illecito del veicolo, secondo gli inquirenti, avrebbe riguardato anche il trasporto del gatto di casa dal veterinario, accusa anche questa respinta da Miccichè.

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