Ciò che non deve mai mancare è comunque la considerazione che, anche parlando di editoria, il discorso va ben oltre l’editoria anche per il solo fatto di trovarsi al cospetto di un architrave della democrazia. E in quanto tale, ha spiegato Barachini, si tratta di un presidio da difendere e sostenere, anche con politiche pubbliche «che non sempre all’estero capiscono, ma la realtà italiana è questa, ci sono difficoltà di mercato e occorre farci i conti».

Il supporto è sulla domanda: «Io stesso – puntualizza il sottosegretario – vado spesso nelle scuole. Dobbiamo recuperare quella parte di utenti e spiegare il ruolo e la necessità di avere una buona informazione, che ha dei costi, ma vale per il costo che ha». Ma il sostegno è anche per il settore stesso:. «Lavoriamo tutti i giorni per salvaguardare i posti di lavoro di questo settore, che sono a rischio. Il primo passo» in questa direzione «è stata la riorganizzazione dell’informazione primaria. Ogni realtà verrà valorizzata per il numero dei giornalisti impiegati in maniera continuativa e con contratti regolari. Ogni giornalista in più è una garanzia per una informazione originale, continuativa. La presenza di più giornalisti è garanzia del lavoro che quella realtà fa».

L’intelligenza artificiale rappresenta inevitabilmente un elemento di complicazione. Rischio e opportunità allo stesso tempo. «Noi non stiamo cercando di rallentare, ma l’ecosistema deve essere salvaguardato. Dobbiamo investire, formare. L’intelligenza artificiale sarà nel futuro professionale dei giovani ma dobbiamo ricordarci anche da dove veniamo. Per esempio, con avvento del web all’inizio non avevamo capito le sue implicazioni e i suoi sviluppi, come per l’informazione, è cambiata la fruizione», ha detto Barachini.

Fondamentale è sicuramente «l’approccio umano centrico», evidenzia dal canto suo l’ad del Gruppo 24 Ore Mirja Cartia d’Asero sottolineando come punto chiave come sia «scorretto arrivare a contenuti IA al 100%». Il Sole 24 Ore in questo caso «si è dato un codice per l’adozione dell’intelligenza artificiale con sei punti, uno strumento condiviso a tutti i livelli interni e che sarà condiviso anche all’estero». Sei principi che «saranno condivisi anche con la Fieg e il codice è stato già inviato al sottosegretario all’Editoria Barachini», ha continuato Cartia d’Asero, sottolineando che «due dei principi sono quello dell’affidabilità dell’approvvigionamento delle fonti, quindi solo dati e fonti ufficiali o fonti già elaborate e verificate dai giornalisti, e avere sempre un presidio umano in tutte le fasi del processo».

Un’iniziativa, questa del Gruppo 24 Ore, per avanzare in un terreno sconosciuto, ma evitando l’immobilismo, anche perché come già oggi «il 40% degli editori viaggia su motori di ricerca e si andrà sempre più in questa direzione», è difficile pernsare di restare fuori da questo mondo dell’artificial intelligence.

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