PRISTINA – Il confine serbo-kosovaro è mal frequentato. Lungo i 351 chilometri di colline e foreste che Belgrado considera una mera linea amministrativa interna e Pristina, al contrario, la frontiera settentrionale della Repubblica del Kosovo indipendente, da sempre passa chi non dovrebbe passare. Criminali, tanti. Trafficanti, di sicuro. Ma da un anno a questa parte, periodo che coincide – non a caso – con il riaccendersi della tensione tra le comunità serba e albanese, i sentieri tracciati dai contrabbandieri sono battuti con assiduità dalle spie russe.