«Il ministro propone un decreto che poi ha coinvolto nella sua stesura anche altri dicasteri e ministri ed è stato condiviso dal Governo. Abbiamo illustrato nel dettaglio i requisiti di necessità e urgenza. Adesso l’interlocuzione con il Quirinale passa a Palazzo Chigi». Con queste poche laconiche parole prima di partire per la Calabria il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida ha confermato questa mattina i rilievi della Presidenza della Repubblica al dl Agricoltura approvato nei giorni scorsi (come anticipato questa mattina da Il Foglio) ma non è voluto entrare nel merito.

L’incorporazione del Sin, servizio informativo nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura in Agea

Dalle notizie circolate finora i rilievi dovrebbero riguardare la prevista incorporazione del Sin, servizio informativo nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura in Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura). Una misura che di fatto prevede l’incorporazione in Agea di quello che è il braccio operativo della stessa agenzia perché il Sin è la banca dati con tutte le informazioni dettagliate sulle aziende agricole italiane, le aerofotogrammetrie dei terreni agricoli e tutti i dati sensibili alla redazione dei fascicoli aziendali. L’adempimento di base per accedere ai contributi della Politica agricola comune, finanziamenti che poi sono materialmente erogati da Agea. Secondo il Quirinale per la misura non si rilevano i requisiti per la decretazione d’urgenza.

Il passaggio dei Carabinieri Ambientali dal ministero dell’Ambiente a quello dell’Agricoltura

Altro rilievo messo in luce dal Colle dovrebbe riguardare il previsto passaggio dei Carabinieri Ambientali dal ministero dell’Ambiente a quello dell’Agricoltura.

Il divieto di installazione dei pannelli solari “a terra” sui terreni agricoli

Ma dove la vicenda si ingarbuglia è forse sulla misura più rilevante prevista dal decreto Agricoltura, di certo quella più controversa: il divieto di installazione dei pannelli solari “a terra” sui terreni agricoli. Una misura che fin dalla sua presentazione ha raccolto le critiche delle aziende del fotovoltaico e portato a più di una frizione tra i ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambiente con il ministro Pichetto e i suoi dirigenti che dal primo momento hanno detto di non essere stati informati dei contorni della misura allo studio del Governo.

Solo dopo giorni di confronto serrato tra i tecnici dei due ministeri e la messa a punto di una serie di specifiche (sarà sempre possibile realizzare impianti “agrivoltaici” ovvero con pannelli posti sui tetti delle stalle, delle serre e dei fabbricati agricoli oppure in campo ma a un ‘altezza tale a non pregiudicare le coltivazioni agricole) e deroghe (quelle per miniere e cave e terreni di servizio di proprietà di autostrade e ferrovie che pur se accatastati come terreni agricoli non sono mai stati produttivi) si è giunti nella tarda serata di lunedì scorso al varo del decreto.

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