Si lavora ancora in queste ore, in attesa del Cdm, alla norma che introduce i test psicoattitudinali per l’accesso alla professione di magistrato. Dopo il pre Cdm di ieri sarebbe emersa l’ipotesi di una legge che faccia da cornice ad una futura norma dove solo in seguito potranno essere specificate le modalità di svolgimento dei test stessi.   

Nella prima bozza la legge si limitava a decidere i contenuti dei test. Il testo demandava infatti a esperti qualificati il compito di verificare l’idoneità psicoattitudinale allo svolgimento delle funzioni giudiziarie. A nominare le commissioni di esperti e valutare le procedure dei test sarebbe stato il ministro della Giustizia d’intesa con il Consiglio superiore della magistratura.

Le reazioni

Anm, si fa pensare che andiamo controllati psichicamente

“Il governo sta introducendo i test eludendo la volontà parlamentare e lo fa con una norma talmente generica che elude un altro principio che governa la giurisdizione, la riserva di legge”. Così il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, intervenuto a margine di un evento di ieri dell’Anm a Messina, in merito alla proposta contenuta nella bozza del decreto che sarà presentato oggi in Cdm.  “Cosa sono questi test, a cosa servano, non ce lo ha spiegato nessuno: così diventa un proclama contro i magistrati, per far pensare che hanno bisogno di essere controllati dal punto di vista psichico o psichiatrico”.

Sisto a Radio1Rai: “Il magistrato deve essere , secondo Costituzione, un figura autonoma e indipendente”

“Nell’applicazione dei test psicoattitudinali è giusto ci sia la massima cautela e trasparenza, per evitare ogni perplessità: il magistrato deve essere, secondo Costituzione, una figura autonoma e indipendente, libera e senza condizionamenti. Peraltro, i decreti vengono assunti sulla scorta di pareri delle commissioni di Camera e Senato che unanimemente si sono pronunciate in quella direzione. Così a Radio Anch’io il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto. I pareri, per quanto non vincolanti, sono stati identici e ci hanno dato un’indicazione precisa. Il Ministero non può di certo far finta di non aver letto e smarcarsi. La volontà parlamentare va tenuta in debita considerazione. In questo meccanismo, peraltro, il Csm sarà protagonista e dirà la sua”.  “Io non sono un fan dei test”, ha aggiunto, “però quando il Parlamento si è espresso, quando c’è la certezza di un’interfaccia con il Csm, quando peraltro tutti gli altri funzionari e i dipendenti pubblici si sottopongono ai test, non vedo un ragionevole motivo per non adottarli. La difficoltà del concorso per l’ingresso in magistratura non mi pare una motivazione sufficiente per non introdurli”, ha concluso l’esponente di Via Arenula.

Sindacato di Polizia Coisp, doverosi i test attitudinali per i magistrati

“I test psicoattitudinali per l’ingresso in magistratura sono uno strumento di selezione non solo utile ma doveroso. Ai magistrati, infatti, viene affidata l’amministrazione della giustizia nel nostro Paese, ed è dunque indispensabile che siano persone affidabili nell’ambito dello svolgimento di un ruolo delicato, di elevato impatto sociale, umano, etico, professionale e istituzionale. Chi è nella posizione di poter disporre della libertà dei cittadini non può farlo contando esclusivamente su una buona preparazione giuridica. Serve di più”. Lo afferma Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp. “Non va dimenticato che i magistrati godono della facoltà del porto d’armi senza licenza; questo significa che ogni magistrato può acquistare un’arma e portarla con sé senza essere sottoposto ad alcun controllo sanitario. Verificare la sussistenza di un buon equilibrio psicologico e attitudinale è, anche alla luce di questo, più che mai opportuno, così come d’altra parte avviene per tutte le Forze di polizia e Forze Armate”, conclude.

Enrico Aimi, consigliere del Csm: “Test psicoattitudinali non è una camicia di forza a toghe”

“L’introduzione dei test psicoattitudinali per l’accesso in magistratura non va visto né come uno strumento punitivo per i magistrati, né come una camicia di forza all’ordine giudiziario, ma come il riconoscimento della fondamentale funzione che la Magistratura esercita in un Paese di elevata cultura democratica come il nostro. Valutare positivamente l’ipotesi dell’introduzione di simili test non è un tabù se finalizzato a garantire l’ingresso in magistratura delle più alte professionalità: possedere la dote dell’equilibrio, per questa categoria, paradossalmente viene prima della stessa preparazione tecnica, è – o dovrebbe essere – addirittura un prerequisito”. Lo dice il consigliere laico del Csm Enrico Aimi.”Poiché quell’alta funzione esercitata finisce per ricadere su tutti coloro che vivono tra i confini di questa Repubblica, appare doveroso porre serio rimedio a tale grave lacuna normativa – aggiunge -. Prevedere dunque una norma utile, ragionevole, che già esiste per tutti i settori più delicati della Pubblica Amministrazione (basti pensare alle forze dell’ordine) e in tantissimi Paesi esteri senza che ciò’ abbia destato scandalo, rappresenta una garanzia di ordine generale.

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