«Oggi le nostre due Dop rappresentano 650 posti di lavoro per un fatturato alla produzione di 13,9 milioni e oltre 26,2 milioni di euro di valore al consumo, trainate per l’86% dal Valtellina Casera – continua Deghi – che nel 2023 ha messo a segno un +3,4% in export. Numeri positivi che spingono a continuare ad investire in promozione e comunicazione dell’identità di questi formaggi, conosciuti dal 27% degli italiani, con una penetrazione al consumo cresciuta in un anno di 3 e 2 punti percentuali. Il Valtellina Casera, pur essendo il meno conosciuto è il più performante sui mercati del Nord Italia e all’estero. Per quest’ultimo ci aspettiamo un’annata sostanzialmente in linea con il 2023: fino a maggio 2024 sono quasi 100mila le forme marchiate Valtellina Casera Dop con un +7,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno».

Nell’ambito della sua opera di promozione e valorizzazione, il Consorzio ha presentato la Guida “Valtellina Casera e Bitto, una storia di unicità e gusto”, realizzata dall’esperto di enogastronomia Marco Bolasco e «che mira a far scoprire ad avventori e appassionati il fascino, l’identità e le specificità dei due formaggi». Spiegano dal Consorzio: «Si va dai consigli di degustazione in purezza – come creare bastoncini da spezzare a metà e portare al naso per sentirne i profumi, rigorosamente a temperatura ambiente – a pairing e accostamenti inaspettati, come quello con le albicocche fresche o con la birra Pale Ale». La pubblicazione è gratuitamente a disposizione sul sito del Consorzio www.ctcb.it.

Alla guida si affiancano inoltre tre nuove ricette inedite, firmate dallo chef stellato Alessandro Negrini (Il Luogo di Aimo e Nadia): “Bucatino croccante con Bitto e pesteda”, “Asparago bianco con polenta “furmentùn”, salsa di stoccafisso e il Bitto Dop” e “Cannelloni con Valtellina Casera Dop, spinaci selvatici “Paruc” e funghi porcini della Valmalenco”.

«È un prodotto a cui sono fortemente legato fin alla mia infanzia e ai ricordi di mia nonna, con cui andavo alla casèra – racconta Negrini, nato e cresciuto in Valtellina –. Era il semigrasso di latteria che tutti avevano in casa e con cui siamo cresciuti, ingrediente per eccellenza dei pizzoccheri ma non solo, perché le sue diverse stagionature lo rendono versatile e adatto a ricette differenti. Per fare gli Sciatt serve un Valtellina Casera giovane, scioglievole e delicato, che si abbina benissimo con il fritto. Per il pizzocchero per dare un tocco di personalità e gusto mi piace usare 2 versioni, quella giovane e il 180 giorni».

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