Coca, aranciata, chinotto, tè freddo. Per quasi la metà dei consumatori italiani (46%) , le bibite analcoliche rientrano a pieno titolo nella categoria dei Confort food, accanto a grandi classici come il cioccolato, la pizza o le lasagne. Lo dice un’indagine condotta dall’Euromedia Research diretta da Alessandra Ghisleri, presentata in occasione dell’assemblea annuale di Assobibe, l’associazione dei produttori di soft drink. Di conforto, queste bevande, lo sono soprattutto per i giovani 18-30enni della Generazione Z, che li considerano perfetti per rilassarsi dopo cena, ma anche per momenti di compagnia come quello ormai sempre più popolare dell’aperitivo.

E qui arriva la prima indicazione di tendenza: se tra tutti i consumatori la percentuale di chi sceglie una bibita analcolica per l’aperitivo è il 7,5%, tra i 18-30enni la media sale al 16,7%. È la conferma che sempre più giovani preferiscono bere meno alcol, un trend salutista con cui i produttori di vino stanno sempre più facendo i conti. Pur attenta al wellness, la Generazione Z non sembra spaventata dalla presenza di zucchero nelle bibite: il 43% non lo considera un rischio per la salute e il 57% ritiene che, nelle debite quantità, le bevande zuccherate possano fare parte a pieno titolo di una dieta equilibrata. Una mano, in questo senso, l’ha data sicuramente la diffusione delle bibite Zero: negli ultimi 20 anni, ricorda Assobibe, il quantitativo di zucchero usato per produrre le bevande è diminuito del 40%.

Quali sono le bibite nel cuore degli italiani? Al primo posto, inarrivabile, resta la cola, scelta dal 29,7% dei consumatori, e al secondo c’è l’aranciata, con il 9,8% delle preferenze. Poi una sorpresa: terzo in classifica (8,8%) c’è il Chinotto, una bevanda nata in Italia ma che sta ormai riscuotendo un discreto successo anche all’estero, a pieno titolo nelle lista eccellenze del made in Italy. Soltanto quarto il tè freddo, con l’8% delle preferenze.

Secondo i dati analizzati da Alessandra Ghisleri, dunque, le bibite analcoliche sono vissute come una coccola priva di sensi di colpa, senza nessun bisogno di misure restrittive per controllarne il consumo. Per oltre 7 italiani su 10, inoltre, questi “comfort drink” sono associati a momenti di socialità e convivialità: «In una quotidianità complicata – ha spiegato Ghisleri – in cui ognuno cerca di seguire i propri impegni, sapersi ritagliare un attimo di relax per staccare da tutto e da tutti rappresenta un momento cruciale per ognuno. Gli italiani hanno voglia e ritengono importante saper concedersi un momento da dedicare a sé stessi e le bevande analcoliche rappresentano una parte fondamentale di questa coccola». E se al bar, o nel frigo di casa, non c’è la propria bibita preferita? Allora il 40,4% ripiega su una bevanda alcolica.

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