«La crescita verrà, grazie alla IA generativa, perché si otterrà l’aumento della produttività che inseguiamo da tempo e che non siamo riusciti per decenni a ottenere – ha chiarito -. È tempo di liberarsi di pregiudizi e di una narrazione dannosa.

La IA generativa non sarà nemica dei lavoratori e non li soppianterà, ma sarà un partner di lavoro importante, che libera tempi di lavoro occupati da attività ripetitive e noiose liberando energie per spostarsi su attività a maggiore valore aggiunto e creatività. Non solo: l’intelligenza artificiale sarà una rivoluzione democratica, perché, ad esempio in campo medico, è in grado di fornire servizi ad alto valore, ad esempio nel campo della diagnostica, anche a chi non se li potrebbe permettere, perché in aree remote o in Paesi in via di sviluppo. Infine, ci saranno effetti benefici nel campo della ricerca scientifica, perché abbrevia i tempi per mettere sul mercato cure e prevenzione, ad esempio nel campo della terapia genica e della biochimica».

C’è da credergli? Di certo, Spence si intende di crescita: è stato premiato con il Nobel per il contributo dato alla comprensione di come funziona il mercato e ha presieduto la Commissione crescita della Banca mondiale per molti anni. E sostiene che anche l’altra transizione in atto può spingere la crescita: la transizione ecologica.

«Serviranno investimenti ingenti anche per la transizione energetica – ha detto – ma si tratta di una svolta inevitabile, che sta già catalizzando ingenti investimenti privati e ci libererà dalla dipendenza dai combustibili fossili. Anche su questo fronte, il digitale aiuterà: le infinite micro-centrali elettriche per gestire l’energia da fonti rinnovabili (in particolare eolico e fotovoltaico), saranno gestite da grandi reti comandate dall’intelligenza artificiale, liberando capacità di creazione di energia elettrica di cui ci sarà una domanda crescente e imponente».

Eppure, Spence non nasconde le difficoltà di questo scenario, caratterizzato da grandi shock geopolitici, sanitari, energetici e sociali. Del resto, a Trento ha presentato il suo ultimo libro, scritto con l’ex premier britannico Gordon Brown e con il capo-analista di Allianz, Mohamed El-Erian, pubblicato in Italia da Egea e intitolato “Permacrisi: Un piano per riparare un mondo a pezzi”.

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