È lo spaccato delle start up italiane. Guardano soprattutto al mercato B2B, quello dei servizi business e al settore Ict e una su due è nella fase di scale up. Nella maggioranza dei casi si tratta di piccole imprese, l’83% ha meno di 10 addetti e i due terzi meno di 5 soci e il 27% è nella fase di lancio commerciale. I due terzi puntano sul mercato B2B e ai segmenti Ict e prodotti e servizi business lavorano ex aequo il 38%, nell’area sanità, farmaceutica e biotech il 18%, nel manifatturiero circa il 17% per finire con un altro ex aequo per finanza e food and beverage entrambi al 17%. È quanto rivela la nuova survey Assintel Report speciale start up, presentata dall’Associazione italiana delle imprese Ict di Confcommercio. La ricerca, svolta nel primo quadrimestre dell’anno, è curata dall’Istituto Ixé mentre sponsor del progetto sono Grenke, Intesa Sanpaolo, TIM e Open Gate Italia.

Sotto la lente

«Il focus di questa nuova ricerca non è stato tanto quello di una mappatura asettica delle start up italiane, quanto quello di concentrarci sullo spaccato più innovativo di questo mondo, per coglierne le peculiarità e orientare gli investitori verso un sostegno allo sviluppo di questo prezioso ecosistema – spiega Dante Laudisa, vicepresidente Assintel e coordinatore del progetto #startuphub2030, ideato per supportare la crescita e lo sviluppo delle start up con percorsi che portino ad una finanza non speculativa, ma anzi distributiva, generativa e sostenibile -. Le start up associate evidenziano un risultato di posizionamento migliore nelle diverse metriche, poiché far parte dell’ecosistema Assintel consente una condivisione e un confronto importante in termini di valori e contenuti».

A livello di tecnologie adottate in azienda, non sorprende che l’intelligenza artificiale sia presente per il 43,9% delle start up, seguita dalle piattaforme digitali (32%), dal cloud (28,9%) e da sistemi di social media marketing (28,9%). Anche l’aspetto delle tecnologie proprietarie è peculiare: il 58,1% le ha già o le sta sviluppando, percentuale che sale al 90,1% per le associate Assintel. Il 38,4% ha inoltre già sviluppato o sta sviluppando brevetti, percentuale che sale al 52% per le associate Assintel. Ma il dato decisamente più interessante è la connessione con il valore della sostenibilità: per il 68% delle startup intervistate il loro prodotto ha un impatto in termini ecologici e di sostenibilità, in particolare se rivolto ai settorei energia/utilities (75,6%), healthcare/pharma/biotech (75,5%), finance (72%) e Ict (71,4%). «Questo dato – continua Dante Laudisa – per noi è la conferma che stiamo andando nella giusta direzione: alle start up che gravitano attorno all’ecosistema Assintel proponiamo infatti un assessment ad hoc – Value’s Metrics – che lega gli indici Esg ai criteri di premialità per entrare in contatto con quegli investitori che sposano la nostra filosofia di sostenibilità».

Per quanto riguarda la parità di genere, si conferma l’annoso problema di un orientamento soprattutto maschile alle discipline Stem e di una cultura latente non ancora pienamente inclusiva. Questo si riverbera anche nella composizione delle start up innovative: il 46% delle start up mappate ha almeno una donna come socia fondatrice, ma la percentuale scende al 25% per la presenza di donne nel cda, e solo il 21,9% ha una donna nel ruolo di amministratore delegato. La buona notizia? Nelle nuove start up la tendenza è di una maggior presenza femminile, con una media del 37% all’interno dei cda. Scontato l’uso esteso dei social: il 99% di esse ha almeno un canale online, si tratti di sito web o social. Linkedin è il social network preferito (con l’85% delle presenze) seguito da Facebook (57,8%) Instagram (57,1%), YouTube (31,3%), TikTok (12,9%) e infine X (10,5%).

Chi vince l’Assintel Digital Awards

Premiati i 3 vincitori dell’Assintel Digital Awards 2024, il contest che quest’anno si è focalizzato sulle migliori start up innovative del nostro made in Italy nelle tre categorie strategiche dell’AI, della cybersecurity e della blockchain.

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