Mektech, che ha sposato pienamente il progetto, è un gruppo industriale altamente tecnologico, con sede a Giussano (MB), e si è impegnato ad acquistare nei prossimi anni i quadri elettrici realizzati dai detenuti e destinati agli impianti e ai sistemi robotizzati prodotti dall’azienda. Fondamentale la collaborazione con Ozanam, Cooperativa Sociale di Solidarietà di Saronno, che svolge il ruolo di “datore di lavoro” dei detenuti, presidio delle attività formative all’interno del carcere e di coordinamento dell’attività lavorativa. La Ozanam da oltre 30 anni si occupa di percorsi di inserimento lavorativo per persone “fragili” che segue con l’ausilio di personale specializzato attraverso percorsi individualizzati e in collaborazione con i Servizi territoriali.

La Casa Circondariale di Como ha coordinato le attività di ingaggio e di selezione dei detenuti che hanno l’opportunità di partecipare al progetto, oltre ad aver provveduto alla ristrutturazione e messa a norma, con fondi ministeriali, dei locali adibiti ad attività ricreative e sportive nonché del laboratorio, inaugurato oggi, che si estende su uno spazio di circa 180 mq all’interno del carcere. Intesa Sanpaolo, grazie alle competenze coinvolte all’interno del Gruppo, ha supportato la ristrutturazione dei locali e ha messo a disposizione l’attrezzatura e la strumentazione di lavoro, gratuitamente per i primi due anni attraverso la società del Gruppo Intesa Sanpaolo Rent Foryou, dedicata al noleggio operativo. Nel laboratorio avverrà tutto il processo produttivo, dall’arrivo dei componenti fino alla realizzazione del prodotto confezionato dai nuovi tecnici.

Secondo alcuni dati rilasciati dal Consiglio nazionale di economia e lavoro (CNEL) insieme al Ministero della Giustizia, sono oltre 60 mila le persone detenute nelle carceri italiane, 60 mila progetti di vita da raccogliere e ricostruire. Il 70% di loro cade nuovamente in errore, perdendo, dopo anni di reclusione, la possibilità di riscatto personale e di riabilitazione sociale. Sempre secondo le stime del CNEL il tasso di recidiva scende al 2% quando iene avviato un percorso formativo e lavorativo. La professionalizzazione dei detenuti porta, oltre alla riduzione del tasso di recidiva, anche a minori oneri per la comunità, contribuendo al reintegro sociale, ad una minore saturazione delle carceri e a maggiore sicurezza del territorio.

In questo contesto si inserisce il progetto di impatto sociale presentato oggi alla Casa Circondariale di Como, un ponte tra il carcere e la società, con un programma che fa sistema tra pubblico e privato, porta lavoro e formazione in una logica di recupero delle persone, reintegro nella società, rispetto della dignità umana e offre mezzi ai detenuti per sostenere la propria famiglia. L’incontro di oggi ha visto la partecipazione, tra gli altri, del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, di Maria Milano Provveditore Regionale Lombardia, dell’AD di Mektech Gaetano Sauli, del Vicepresidente di Ozanam Edoardo Mazzucchelli e di Don Gino Rigoldi, storico cappellano del carcere minorile Beccaria nonché fondatore di Comunità Nuova, a lui è intitolata la Fondazione che aiuta i giovani in difficoltà a trovare lavoro e che ospita donne sole con figli, aprendo la prospettiva di una ampliamento del modello ad altri territori.

Con la piattaforma di raccolta fondi della banca For Funding, di cui ha beneficiato la stessa Casa Circondarialedi Como, è stata possibile la realizzazione del Percorso Vita, una palestra costruita insieme ai detenuti nel più ampio progetto del Centro di Servizi per il Volontariato dell’Insubria per promuovere l’inclusione sociale e lavorativa.

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