Il filo degli investimenti Spagna-Italia vale 71mila posti di lavoro e uno stock che sfiora i 15 miliardi di euro. La Camera di commercio di Spagna in Italia, la Camera di commercio di Spagna e l’Ambasciata di Spagna in Italia hanno deciso di quantificare i termini di un asse consolidato negli anni, con la pubblicazione di un “Barometro sul contesto e sulle prospettive degli investimenti spagnoli in Italia”, «il primo di una serie» dice l’Ambasciatore spagnolo Miguel Fernández-Palacios.

Stock in aumento del 62%

Nel 2022 lo stock di investimenti diretti esteri (Ide) spagnoli in Italia è aumentato del 62% a quota 14,95 miliardi di euro, la cifra più alta dal 2008. Lo studio, elaborato da Analistas Financieros Internacionales e presentato in occasione del 70esimo anniversario della nascita della Camera di commercio di Spagna in Italia, calcola che l’Italia ha guadagnato spazio come destinazione degli Ide spagnoli, salendo dall’1,8% dello stock totale nel 2021 al 2,7% nel 2022.

Il peso delle Tlc

Tuttavia va segnalata la frenata del 2023. Dall’inizio delle rilevazioni, nel 1993, sono giunti in Italia dalla Spagna Ide pari a 25,14 miliardi. Ma dopo il +0,4% registrato nel 2022, lo scorso anno i flussi verso l’Italia si sono ridotti del 46%, attestandosi a 170 milioni (va detto che nello stesso anno c’è stato un calo quasi analogo, 43%, del totale dei flussi Ide in uscita della Spagna). C’è una certa irregolarità tra settori oggetto degli investimenti, anche se negli ultimi anni emerge una forte spinta delle telecomunicazioni, soprattutto nel comparto wireless dove hanno inciso probabilmente i piani della società delle torri Cellnex. Nel 2022 le Tlc, in aumento di quasi 5 miliardi, hanno costituito il 34% del totale degli investimenti spagnoli in Italia, seguiti da servizi finanziari; assicurazioni-riassicurazioni-pensioni; attività correlate al trasporto; commercio al dettaglio; turismo.

Previsioni di consolidamento

L’analisi, come detto, stima un contributo nel 2022 alla creazione di circa 71mila posti di lavoro (di cui circa la metà diretti), pari a circa lo 0,29% dell’occupazione totale in Italia. Le previsioni presentate ieri indicano un clima di fiducia anche in prospettiva. L’83% delle aziende intervistate pensa di incrementare il fatturato e quasi sette imprese su dieci prevedono di ampliare gli investimenti e di assumere nuovo personale specializzato (rispettivamente il 70% e 67%). In programma aumento dell’attività nelle strutture esistenti, incremento della produttività, lo sviluppo di attività innovative, espansione commerciale in altre regioni del Paese. Il 99% delle aziende considera strategica la decisione di essersi stabilita in Italia e indica la volontà di mantenere una presenza duratura nel Paese. Eppure, nemmeno le imprese spagnole non sono immuni dai timori che caratterizzano molti degli investitori che si affacciano alla piazza italiana. A partire dalla pressione fiscale, giudicato il punto dolente del clima imprenditoriale. Al contrario, la tendenza a migliorare la sostenibilità viene considerata l’elemento forte. Per il presidente della Camera di Commercio di Spagna in Italia, Luigi Patìmo, ci sono tutti i presupposti per supportare «l’accelerazione degli investimenti spagnoli in Italia».

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