L’edizione del 2023 ha mosso un giro d’affari da 10 milioni. Per quella in programma quest’anno, la posta si alza: 10 milioni sono il budget investito sull’iniziativa. Sulle aspettative di ricavi, forse anche un po’ scaramanticamente, non si fanno previsioni: «La cosa che possiamo dire è che il brand dell’evento si è molto rafforzato in questi anni, siamo uno dei punti di riferimento in Europa per chi ama un certo tipo di musica. Si potrebbe addirittura dire che siamo l’Erasmus della dance». Parola di Maurizio Vitale, fondatore di Movement Entertainment, la società che organizza il Kappa FuturFestival.

Sui cinque palchi del Parco Dora dal 5 al 7 luglio sfilerà quanto di meglio l’elettronica internazionale ha da offrire: da Black Reyes a Mochaak, da Firegraand a Cassie Raptor. L’obiettivo è superare quota 115mila presenze di pubblico «e possiamo dire che siamo a buon punto», continua Vitale. «Si può dire che il concetto di festival si è espanso: adesso possiamo parlare di experience. E, in uno scenario del genere, la programmazione è decisiva. Abbiamo una comunità che ci segue per tutto l’anno. Il processo di vendita dei biglietti di Kappa FuturFestival attraverso la nostra piattaforma dura 11 mesi. Questo è uno dei motivi per cui da quest’anno annunceremo i primi ospiti dell’edizione 2025 a ridosso della chiusura di quella 2024».

Maurizio Vitale

Per consolidare la propria community di riferimento si lavora per migliorare tutte l’intera filiera. «Dal primo approccio», spiega Vitale, «con la comunicazione, fino alla produzione perché, è bene ricordarlo, proponiamo un palinsesto artistico molto valido. C’è una parte più sperimentale ma abbiamo anche il mainstream». A mantenere vivo il feedbak con i fan poi ci pensa la app.

Si lavora ovviamente anche per facilitare l’esperienza pratica del pubblico: «Abbiamo abbinato il sistema ticketless al cashless», racconta Vitale. «Grazie alla nostra piattaforma unica, il cliente ha un solo punto di accesso con tutto il suo wallet. Compri tutto col bracciale, compresi i servizi. Quest’anno prevediamo che 30% del pubblico caricherà prima. Ci saranno comunque dei punti cassa. Il credito residuo si rivendica successivamente all’evento».

Quanto agli sponsor, incidono del 10% sui ricavi del festival sul piano economico, contribuiscono a migliorare i servizi, in virtù delle partnership che si creano, «e c’è anche un tema di relazioni industriali», conclude Vitale. «Un tema di crescita della reputazione. Per dire: siamo l’unico festival con il patrocinio Ue». Quando si dice l’Erasmus della dance.

Condividere.
Exit mobile version