Un bene talvolta ancora misconosciuto e sottovalutato, ma dal valore inestimabile, da cui dipendono la sicurezza alimentare, la biodiversità, la tutela degli ecosistemi e il contrasto al cambiamento climatici. 

Un vero e proprio capitale naturale, fondamentale per vincere la partita della sostenibilità e della resilienza, da tutelare con politiche finalizzate sia a garantirne i molteplici servizi ecosistemici sia a fermarne il degrado e a rigenerarne la salute.

Parliamo del suolo, al centro dell’evento “Taking care of soils since 1924: introducing the IUSS Centennial Celebration”, ospitato presso la sede della FAO a Roma, per presentare il simposio scientifico internazionale che celebra il Centenario della IUSS (l‘Unione internazionale delle scienze del suolo, che riunisce le società nazionali di 76 Paesi del mondo) previsto a Firenze dal 19 al 21 maggio prossimi.

Fabiana Cofini

Fao

L’importanza e il futuro del suolo 

Oltre il 95% della produzione di cibo dipende dal suolo che, nei suoi primi 5 cm, ospita il 90% della biodiversità del pianeta in termini di organismi viventi, che sono in grado di regolare i nutrienti indispensabili per le colture. 

È un bacino di carbonio globale, riduce le emissioni di anidride carbonica e di altri gas a effetto serra, contribuendo ad aumentare così la resilienza ai cambiamenti climatici, oltre a purificare e regolare le acque (decine di migliaia di km3 di acqua l’anno). Si tratta di una risorsa preziosa e non rinnovabile, visto che per formare un solo cm di suolo fertile ci vogliono dai 100 ai 1.000 anni. Eppure, oggi, oltre il 33% dei suoli mondiali è affetto da forti limitazioni per la produzione di alimenti e ogni mezz’ora se ne perdono 500 ha, con ricadute significative anche a livello economico, oltre che ambientale: 75 miliardi di tonnellate di suolo coltivabile in meno ogni anno, a livello mondiale, costano circa 400 miliardi di dollari di produzione agricola persa.

“In 100 anni di scienza del suolo siamo passati a considerare il suolo da substrato invulnerabile a risorsa finita e delicata, da difendere non solo nell’interesse dell’agricoltura, ma anche nell’ottica di conservare foreste e acqua. Nella sola Europa, circa il 60% dei suoli è degradato, con un costo per la collettività di oltre 50 mld di euro all’anno”, ha dichiarato Giuseppe Corti, responsabile del Segretariato IUSS, direttore del CREA Agricoltura e Ambiente e presidente della SISS ( Società Italiana della Scienza del Suolo).

“Per il futuro non si può solo preservare il suolo, ma si deve necessariamente migliorarne le condizioni”, aggiunge Corti.

L’impegno della IUSS

Fondata a Roma nel 1924 con il nome di Società Internazionale delle Scienze del Suolo (ISSS), la IUSS (l’Unione Internazionale delle Scienze del Suolo) accoglie al suo interno le società Nazionali delle Scienze del Suolo di 76 paesi del mondo. Da gennaio 2023 il suo Segretariato è ospitato presso il CREA Agricoltura e Ambiente di Roma. 

Da sempre impegnata a promuovere tutti i rami delle scienze del suolo e le loro applicazioni e a supportare gli scienziati del suolo nello svolgimento delle loro attività, la IUSS ha come obiettivo primario quello di inserire i suoli nell’agenda globale, promuovendo il progresso, il coordinamento e la diffusione della Scienza del Suolo e delle sue applicazioni e favorendo al contempo i rapporti e la collaborazione fra i suoi membri. 

I temi salienti di cui si occupa spaziano dal governo del suolo (proprietà, processi, uso e gestione), al suolo nell’economia circolare, all’influenza delle scienze del suolo sulle conoscenze di base, fino ad arrivare al suolo nell’era digitale e al suo contributo allo sviluppo sostenibile sotto il profilo sociale ed ambientale.

Fao Fabiana Cofini

Fao

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