Consumi fuori casa in sofferenza e a causa dei rincari scatenati dall’inflazione 14 milioni di italiani hanno rinunciato una o più volte a questi momenti conviviali. La causa è da ricercare nella serie di rincari registrati negli ultimi due anni e un italiano su sei è convinto che l’inflazione galoppi oltre il 20% e il 56% pensa che crescerà nei prossimi mesi. Tra i motivi: rialzo dei prezzi, taglio delle spese, minori disponibilità economiche, preferenza della convivialità in casa. La voglia di fuori casa è comunque molto forte tra gli italiani, con il 60,7% che vorrebbe nei prossimi mesi potersi recare di più in ristoranti, bar, enoteche, trattorie. È quanto rivela il terzo Rapporto Italgrob-Censis «Il fuori casa rende l’Italia migliore» presentato al Senato. Si conferma la valenza che ha la convivialità non solo per il proprio benessere soggettivo, ma anche per la qualità della vita collettiva. Tuttavia, affinché il fuori casa possa esercitare i suoi benefici effetti deve essere sostenibile per le imprese e con prezzi dei suoi beni e servizi accessibili per i consumatori. Nell’ultimo anno l’inflazione ha razionato la voglia di fuori casa degli italiani. Per questo è essenziale che all’impegno degli attori della filiera, a cominciare dalle aziende impiegate nella distribuzione Ho.re.ca. siano affiancati interventi di supporto alla domanda dei consumatori e alle imprese. Secondo il rapporto Ristorazione 2024 di Fipe-Confcommercio nel 2023 i consumi alimentari fuori casa sono rimasti tonici raggiungendo i 92 miliardi di euro mentre gli occupati a tempo indeterminato sono oltre un milione. Il canale di distribuzione Ho.Re.Ca. conta 3.800 imprese con oltre 60mila addetti e un fatturato di 17 miliardi.

Non è solo una questione di cifre e di aumenti, mentre all’orizzonte si profila l’aumento della tazzina di caffè, ma anche di quiete sociale. Per quasi tre quarti degli italiani vivere in una realtà in una società con tanti luoghi dove vivere momenti in convivialità significa essere meno esposti a conflittualità e violenza mentre l’87% ritiene che titolari e gestori di locali hanno la responsabilità sociale di promuovere buona relazionalità, inclusa una coesistenza serena tra clienti e residenti. Lo pensa l’81,6% dei giovani, l’84,7% degli adulti e il 94,3% degli anziani. «Mi preme sottolineare come l’intero settore del fuori casa, compresa la distribuzione, si stia orientando con più convinzione verso pratiche sostenibili ed etiche, a dimostrazione di una maggiore responsabilità della categoria dei distributori Ho.Re.ca. nei riguardi dell’ambiente e delle comunità locali – dice Antonio Portaccio, presidente Italgrob -. Siamo consapevoli che attraverso questi comportamenti è possibile costruire una società più unita e inclusiva, dove il gesto del mangiare e del bere fuori casa rende l’Italia migliore». Da parte sua Paola De Micheli, vicepresidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, aggiunge: «Questo rapporto fotografa una realtà consolidata che si è rafforzata dopo l’esperienza Covid. Le persone vivono l’esperienza del fuori casa come una socialità particolarmente positiva. Dobbiamo aiutare e agevolare questo sistema, che è caratterizzato da piccole e medie imprese attraverso la facilitazione della logistica distributiva dei centri città con strumenti di transizione ambientale. Abbiamo bisogno di definire un quadro normativo chiaro sui dehor, di trovare uno strumento nazionale per ammodernare i sistemi dell’erogazione dei servizi del fuori casa ed è necessario un lavoro importante sul credito».

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