Era il 1894 quando alla chiusa di Casalecchio sul fiume Reno, dopo una devastante alluvione, Officine Maccaferri installò il primo gabbione, il prodotto simbolo del gruppo, diventato in un secolo e mezzo di storia, leader globale dell’ingegneria civile e ambientale. «Festeggiamo i 130 anni da quell’evento, anche se l’azienda nasce prima, nel 1879, ma quella fu la prima installazione di gabbioni (ben 2.900 posati lungo il Reno!) e fu un’opera davvero innovativa per l’epoca ed è partita da lì una storia di impegno per la tutela dell’ambiente e per un’ingegneria sostenibile che ci ha portato a diventare protagonisti indiscussi in 130 Paesi, con oltre 20 stabilimenti in quattro continenti e più di 3.400 dipendenti, di cui appena il 5% in Italia (tutti white collar, ndr)», spiega Lapo Vivarelli Colonna, amministratore delegato di Officine Maccaferri. Realtà passata da poche settimane passate sotto il controllo di Ambienta Sgr, archiviate le traversie del crac della holding Seci (2019) e chiuso il concordato preventivo la scorsa estate grazie al rilancio impostato da Carlyle Global Credit, Stellex Capital Management e Man Glg.

La festa che Officine Maccaferri ha organizzato pochi giorni fa a Villa Guastavillani, la cinquecentesca sede della business school dell’Alma Mater (a sua volta la più antica università d’Europa) sulle colline sopra le Due Torri è diventata così l’occasione per unire anche idealmente tradizioni secolari e spinta futura innovativa, tanto nelle competenze quanto nell’industria: «Oggi i gabbioni di pietre e fili di acciaio intrecciato rappresentano un 10% del nostro fatturato, ma la geotecnica e l’ingegneria ambientale e idraulica restano il driver delle nostre strategie globali, sempre orientare a minimizzare il total cost of ownership e l’impatto sul territorio. E il mercato continua a darci ragione perché se escludiamo i due anni difficili per il fallimento della casamadre, siamo sempre cresciuti, battendo ogni anno un nuovo record dal 2021 a oggi. Una scalata che contiamo di confermare anche per il 2024», sottolinea Vivarelli Colonna, reduce da un consolidato 2023 vicino ai 700 milioni di euro di fatturato, di cui quasi il 90% realizzato in giro per il mondo.

Nei suoi 130 anni di storia, il gabbione Maccaferri è stato impiegato nei più moderni progetti di ingegneria sostenibile a livello mondiale: sulle sponde del canale di Bristol, in Galles, con una delle prime applicazioni dei gabbioni con filo rivestito di PVC; lungo il fiume Arno a Firenze, per contrastare le conseguenze dell’alluvione del 1966; per la difesa del suolo sull’isola di Santiago, a Capo Verde; e, più di recente, per la riqualificazione del Novo Pinheiros, uno dei fiumi più importanti di San Paolo in Brasile; e per la costruzione del raccordo di Oosterweel Link, opera critica per la viabilità di Anversa.

«Da quella rete a doppia torsione dei gabbioni – conclude Sergio Iasi, presidente di Officine Maccaferri – abbiamo sviluppato un portafoglio di soluzioni completo e unico al mondo, con applicazioni in diversi settori quali, tra gli altri, quello del rockfall (per la caduta delle pietre) e dei geosintetici (membrane per infrastrutture e difesa del suolo). I 130 anni di storia del gabbione racchiudono tutti gli elementi che hanno reso il nostro gruppo un leader mondiale: la capacità di generare soluzioni sostenibili e concrete, il rapporto armonioso tra l’uomo e l’ambiente, la costante tensione all’innovazione che ha trasformato le sfide ambientali in opportunità globali.

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