I risultati stanno arrivando alla spicciolata ma il dato complessivo è ormai certo: i Tory hanno perso, il Labour canta vittoria. In attesa di ulteriori conferme sulle elezioni locali che si sono tenute giovedì in Inghilterra, il premier conservatore Rishi Sunak commenta la sconfitta annunciata dicendo alla stampa che gli elettori sono “frustrati”. Un’analisi scarna, forse un po’ sbrigativa e che non tiene conto di tutti i fattori che hanno portato a questo risultato molto deludente per il partito di centrodestra, al potere da 14 anni e responsabile della Brexit, su cui la maggioranza degli elettori si dice ormai pentita.

Quelli che stanno emergendo da ieri sono i peggiori risultati per i Tory da almeno cinque anni, quando l’ex premier Boris Johnson riuscì a imporsi sul debole avversario Jeremy Corbyn convincendo gli elettori della bontà dell’accordo con l’Ue per l’uscita del Regno Unito dalla famiglia europea. Soprattutto, raccogliendo consensi in quello che viene definito il Red Wall, il “Muro Rosso”, una cintura di collegi operai nel cuore delle Midlands, che in passato erano laburisti e che negli ultimi anni si sono votati alla causa del Leave.

Ma i risultati di queste ore allarmano Sunak anche in vista delle imminenti elezioni generali, che dovrebbero tenersi entro il prossimo gennaio, anche se ora il Labour chiede che vengano anticipate a luglio. Il partito del primo ministro ha perso quasi 500 consiglieri e il controllo di 12 consigli municipali, nonché un seggio parlamentare a Blackpool South, in una suppletiva necessaria dopo le dimissioni di un deputato conservatore implicato in uno scandalo.

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Il cancelliere-ombra dello Scacchiere, Rachel Reeves, e il leader laburista Keir Starmer

Si prevedono gravi sconfitte anche nelle città in cui si votava per rinnovare il sindaco (Liverpool, Manchester e soprattutto Londra, dove il primo cittadino Sadiq Khan corre per il terzo mandato; i risultati si avranno in serata). Unica, magra consolazione, le West Midlands, che potrebbero consentire al premier conservatore di tirare un sospiro di sollievo. Qui infatti la partita si gioca tutta all’interno dei Tory, con la mai sopita faida tra Jonhson e Sunak, due leader mai così diversi: l’uno “del popolo”, viscerale, capace di raccogliere consensi tra le fasce più disagiate della popolazione, anche in virtù della sua propaganda populista; l’altro ricchissimo, elitario, percepito come distante dagli svantaggiati e vicino ai circoli politici e finanziari più esclusivi e prestigiosi.

Uno dei pochi risultati positivi per i Tory è stato registrato nella Tees Valley, a nord-est dell’Inghilterra, dove il sindaco conservatore è stato confermato per il terzo mandato, anche se la sua maggioranza si è molto ridotta. Ben Houchen inoltre non ha fatto espliciti riferimenti al partito che lo sosteneva, forte – in sostanza – più del credito personale che godeva tra i gli elettori che dell’appoggio ricevuto dai Tory. Altro buon risultato per il governo di centrodestra si è avuto nel comune di Harlow, Essex, poco distante dalla capitale; qui il leader del Labour si è impegnato in prima persona, facendo una martellante campagna elettorale, anche se alla fine hanno vinto i conservatori. Ciò confermerebbe, a dispetto dei sondaggi che lo danno comunque in vantaggio, lo scarso appeal di Keir Starmer. Celebrando la vittoria nelle East Midlands, il leader del centrosinistra ha detto di voler “voltare la pagina del declino”.

Se replicati su scala nazionale, le stime diffuse dalla BBC suggeriscono che i laburisti avrebbero il 34% dei voti, nove punti sopra i conservatori.

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