Entro questa legislatura il governo vuole avere pronto il quadro giuridico per il ritorno al nucleare. Lo ha chiarito il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin , intervenuto a Radio 24. Alla domanda se entro la legislatura potrà essere cambiato il quadro legislativo sul nucleare, Pichetto ha risposto: «Sì. Io ce la metto tutta. Questo è il mandato del governo e del Parlamento. Io sto agendo con un gruppo di lavoro che deve occuparsi del quadro giuridico – ha spiegato Pichetto -. Se tu vuoi comprarti uno small modular reactor, deve esserci un quadro giuridico compatibile».

I tempi

Secondo il ministro, i tempi per avere i piccoli reattori modulari (il nucleare di 4/a generazione su cui punta l’Italia) «sono 2, 3, 4 anni, il prodotto non c’è ancora. Si parla di avere le condizioni di produzione di questi piccoli reattori alla fine di questo decennio. Vuol dire che in questa legislatura dobbiamo avere tutto a posto. Sui piccoli reattori modulari – ha detto ancora Pichetto – in Italia c’è newcleo, che è la società più avanzata, perché lavora sul piombo (il raffreddamento a piombo fuso, più sicuro, n.d.r.), mentre altre società all’estero lavorano ancora sull’acqua. E newcleo utilizza brevetti Enea, che sono brevetti della Repubblica Italiana. La sperimentazione della scatole degli small modular reactors avverrà a Brasimone, e sulla fusione stiamo preparando a Frascati l’invertore per l’impianto Iter in Francia».

«Al G7 Ambiente risultato importante sul carbone»

Pichetto ha poi parlato del G7 Ambiente, Clima ed Energia di Torino, che si è tenuto dal 28 al 30 aprile alla Reggia di Venaria. «L’ambizione -ha affermato – è stata alta, e i risultati sono stati alti rispetto alle condizioni di partenza. Ci sono Paesi come la Germania e il Giappone che hanno una produzione elettrica altissima con il carbone. Grazie a loro, che hanno trovato questo punto di convergenza (sulla chiusura delle centrali a carbone entro il 2035, n.d.r.)». «L’obiettivo sul carbone vale per i 7 Paesi più industrializzati – ha proseguito il ministro -. I Sette vogliono essere leader, e porteranno questo argomento alle Cop (le conferenze Onu sul clima, n.d.r.). Poi c’è tutta la parte di proposte su transizione, clima e adattamento, che va portato in ambito Cop. Ecco perché parliamo con la Carta di Venaria di ponte tra Cop28 e Cop29. Quando parliamo di finanza sul clima – ha spiegato Pichetto – riguarda l’impegno dei Paesi del G7 a trovare i fondi per aiutare i paesi in via di sviluppo. L’Italia ha posto la questione Africa, col Piano Mattei». Altro risultato importante del G7 di Torino secondo il ministro è il fatto che «l’economia circolare è stata messa al centro, come nuova miniera di materie prime».

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