Dal premierato all’Autonomia differenziata: i tratti salienti delle due riforme volute dal governo e approvate dal Parlamento (il premierato in prima lettura, solo al Senato: ci vorranno altri due passaggi parlamentari, oltre all’approvazione alla Camera, a distanza di non meno di 3 mesi gli uni dagli altri). Se la legge dovesse passare a maggioranza semplice, e non dei ⅔ del Parlamento, sarà inevitabile il passaggio consultivo di un referendum (senza quorum).

Il premierato modifica quattro articoli della Costituzione: i poteri del presidente del Consiglio e quelli del presidente della Repubblica. Il premier sarà eletto per 5 anni, per massimo due mandati. Il presidente del Consiglio avrà il potere di indicare i ministri e potrà revocarli; il presidente della Repubblica perderà il potere di nominare nuovi senatori a vita. Saranno impossibili gli incarichi per governi tecnici.

L’Autonomia differenziata non è legge costituzionale ma modifica il Titolo V della Costituzione: ogni Regione potrà legiferare su 23 materie. La legge prevede la determinazione dei Lep (livelli minimi di prestazione), che dovranno essere uguali in tutta Italia. Le opposizioni annunciano battaglia e la raccolta delle firme per un referendum abrogativo.

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