«Liberi di scioperare, liberi di lavorare. Crolla il muro del monopolio sindacale. Vince la libertà di scelta per tutti. In onda i Tg Rai». Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia e componente della commissione di Vigilanza su X non si lascia sfuggire un’occasione che finora, va detto, non si era mai presentata. Tg1 e Tg2 in onda con le proprie edizioni del giorno. In forma ridotta, ma pur sempre della durata di una ventina di minuti. Con servizi e collegamenti. In onda anche il Gr1.

Edizioni ridotte ma con notizie e collegamenti

Spazio agli argomenti del giorno, in particolare agli aggiornamenti dagli scenari di guerra, al Consiglio dei ministri previsto per il pomeriggio, all’economia, alla politica, alla sport e alla cultura. In coda a entrambe le edizioni principali dell’ora di pranzo, le conduttrici hanno letto la nota dell’Usigrai, con i motivi della protesta, e il comunicato di replica dell’azienda. Non è andato in onda il Tg3 (solo una mancata adesione allo sciopero a quanto si apprende).

La manovra di Unirai

Quel che è certo è che non è andato a vuoto il boicottaggio, da parte del nuovo sindacato Unirai, dello sciopero indetto dall’Usigrai, fino a qualche mese fa sindacato unico dei giornalisti della Tv pubblica. A dicembre nasce infatti l’iniziativa Unirai, politicamente vicina alla destra, che ad aprile ha anche firmato un protocollo di relazioni sindacali che riconosce una serie di prerogative (anche se quella di sedersi a trattare del contratto di lavoro ce l’ha al momento solo l’Usigrai). Guidata da Francesco Palese, di Rainews, ha 350 iscritti, soprattutto fra i graduati della Tv pubblica.

Macheda (Usigrai): «Tg come sacchi da riempire»

«Quello che è andato in onda – spiega al Sole 24 Ore Daniele Macheda, segretario generale Usigrai – è un prodotto che non può essere sostitutivo di un telegiornale. Mancavano notizie, temi, da parte di interi settori. Se questo è il concetto di informazione dico bravi: Tg trattati come sacchi da riempire». Ora però in azienda non si porrà il tema di ciò che accadrà e della spaccatura che potrebbe aumentare fra gli stessi giornalisti. «Io spero – replica Macheda – che questa rappresenti un’occasione per creare dibattito nelle assemblee su quello che è successo. Ripeto: parliamo di prodotto informazione o di un sacco da riempire? E poi, se e quando un domani l’azienda dovesse stabilire che questi sono i prodotti che vuole, quindi non di qualità e quindi con meno giornalisti, sarà chiaro a chi andare a chiedere spiegazioni».

In tutti i modi «verificheremo se non ci sono state violazioni del diritto di sciopero» aveva detto Macheda già in mattinata durante una conferenza stampa alla sede della Stampa Estera, rispondendo a una domanda in relazione alla possibilità che le principali edizioni dei tg Rai potessero andare in onda nel giorno dello sciopero.

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