Il Consiglio Europeo ha confermato alla Presidenza della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen che ora dovrà superare il vaglio del Parlamento Europeo. Tra le iniziative più discusse dalla Von Der Leyen negli ultimi anni, soprattutto in Italia, è stata la Direttiva EPBD (Energy performance of building directive). L’8 maggio 2024 la direttiva Case Green è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e a partire da questa data i 27 Paesi membri dell’UE hanno esattamente due anni di tempo per recepirla.  

Il Presidente Paolo Crisafi ha espresso in una nota, la posizione di Remind, Associazione Portavoce del Comparto Immobiliare Allargato agli altri Settori Produttivi della Nazione che nell’ultimo anno ha lavorato a stretto contatto con le istituzioni nazionali ed europee per l’elaborazione di un piano di riduzione dell’impatto energetico del patrimonio immobiliare pubblico e privato. 

 

 

Edifici ad  ‘emissioni 0’
Più comunemente conosciuta come “Direttiva case green” – ha commentato il Presidente di Remind – la direttiva EPBD ha come obbiettivo la totale decarbonizzazione entro il 2050 attraverso la riqualificazione del patrimonio edilizio europeo e il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici che attualmente, secondo i dati forniti, rappresentano il 40% del consumo di energia finale e il 36% delle emissioni di gas a effetto serra legate all’energia. Sempre secondo i dati forniti dall’UE, quasi il 75% degli edifici esistenti è inefficiente sotto il profilo energetico e richiederà, nei prossimi anni, ristrutturazioni energetiche su vasta scala secondo il paradigma dell’“edificio a zero emissioni”. Ossia un edificio ad altissima prestazione energetica caratterizzato da una domanda energetica pari a zero o molto bassa, che non produce emissioni in loco di carbonio da combustibili fossili e genera un quantitativo di emissioni operative di gas a effetto serra pari a zero o molto basso. Il consumo energetico annuo complessivo è interamente coperto da fonti rinnovabili, che possono essere generate in loco, nelle vicinanze, fornite da una comunità di energia rinnovabile o provenienti da un sistema efficiente di teleriscaldamento e teleraffrescamento o da fonti prive di carbonio. L’edificio è progettato per ottimizzare il potenziale di produzione di energia solare in base all’irraggiamento solare del sito, consentendo l’installazione successiva di tecnologie solari efficienti.

Scadenze e obbiettivi
Il testo approvato dalla Commissione e promulgato nella gazzetta ufficiale dell’UE è il frutto una trattativa molto lunga e complessa che ha visto una graduale rimodulazione dei tempi e dei modi di efficientamento del vasto parco immobiliare. Questo ci tengo a specificarlo perché è stato un punto su cui spesso ci siamo soffermati soprattutto durante gli ultimi due anni e, nello specifico, durante l’incontro “Politiche Europee sull’Immobiliare allargato – Direttiva Energetica e altre misure” del 7 febbraio 2023 presso la sede Italiana del Parlamento Europeo.  Già in quell’occasione, di concerto con il Governo e il Parlamento, abbiamo suggerito termini e modalità meno stringenti che lasciassero ad ogni Paese la definizione di obbiettivi intermedi definiti sulla base del patrimonio edilizio, al sistema nazionale di classificazione energetica e alle strategie di ristrutturazione adottate da ciascuno Stato. E così è stato. Quindi le politiche energetiche degli stati membri dovranno perseguire la neutralità climatica entro il 2050 e questo obbiettivo dev’essere raggiunto sulla base di una distinzione fondamentale tra edifici esistenti ed edifici di nuova costruzione su cui poi si applica un diverso modo di scandire la scaletta dei lavori. Per quanto riguarda gli edifici di nuova costruzione, quelli di proprietà di enti pubblici dovranno essere a zero emissioni dal 1° gennaio 2028, mentre tutti gli altri edifici dal 1° gennaio 2030. 
 

Le modalità di efficientamento
Tra le modalità su cui la direttiva spinge di più è l’utilizzo di pannelli solari. Infatti entro il 31 dicembre 2027 dovranno essere istallati su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con superficie superiore a 2000mq e su quelli con superficie superiore a 500mq sottoposti a ristrutturazione. Inoltre Gli Stati membri dovranno provvedere “affinché tutti i nuovi edifici siano progettati in modo da ottimizzare il loro potenziale di produzione di energia solare sulla base dell’irraggiamento solare del sito, consentendo l’installazione successiva di tecnologie solari efficienti sotto il profilo dei costi” (art. 10). Ciò significa che questi nuovi edifici dovranno essere “solar-ready”, ovvero idonei a ospitare impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti. Inoltre anche sull’impiego delle caldaie alimentate da combustibili fossili, la direttiva propone una strategia graduale invitando gli Stati membri a formulare misure specifiche per facilitare questa transizione nel settore del riscaldamento e del raffreddamento.  A partire dal 1° gennaio 2025, dovranno essere sospesi i sussidi per l’installazione di caldaie autonome che funzionano con combustibili fossili. Agli Stati membri, tuttavia, spetta elaborare piani dettagliati per l’eliminazione graduale dell’uso dei combustibili fossili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento, con l’obiettivo finale di eliminare completamente le caldaie alimentate da tali combustibili entro il 2040. Inoltre, potranno essere inclusi tutti quei lavori che conosciamo già bene come la sostituzione delle finestre e delle porte con modelli energicamente più efficienti o la realizzazione del cappotto termico per ridurre le dispersioni di calore.

In tale attività non si potrà fare a meno di porre la massima attenzione sulle zone ad elevato rischio di calamità naturali che vedono protagonisti il Commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli, il Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia Romagna, Toscana e Marche Francesco Paolo Figliuolo e il Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio.

Il ruolo dell’innovazione nella sfida all’efficientamento energetico
Il 19 giugno 2024 presso la Camera dei Deputati abbiamo presentato il Libro Bianco Remind, un documento che rappresenta il primo passo verso l’elaborazione più organica e sistematica di un Piano Nazionale Sicurezza, Sostenibilità, Innovazione e Investimenti (PNSSII). Dai contributi emerge, con particolare evidenza, il grande legame che tiene assieme la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica all’interno di un circolo che io definirei “virtuoso”: non c’è innovazione tecnologica senza sostenibilità ambiente e non può esserci sostenibilità ambientale senza innovazione tecnologica. In tal senso, la direttiva prevede l’introduzione di un nuovo regime comune facoltativo dell’Unione, insieme ad un indicatore e una metodologia per valutare la predisposizione degli edifici all’uso delle tecnologie intelligenti (Smart readiness). Questo indicatore misurerà non solo la capacità degli edifici di adattarsi alle esigenze degli occupanti, ma soprattutto ci darà molte informazioni sulla qualità ambientale dell’edificio. Oggi, il propetch, grazie alla sua capacità di integrare le tecnologie più avanzate di automazione e controllo, è un elemento fondamentale per la realizzazione di immobili a emissioni zero. Le nuove disposizioni richiederanno sempre più frequentemente la valutazione del ruolo dei sistemi di automazione e controllo degli edifici (BACS), che permettono di monitorare e ridurre i consumi energetici complessivi anche grazie all’utilizzo di tecnologia come l’intelligenza artificiale, l’IOT, blockchain e BIM capaci di sviluppare digitalmente l’ecosistema urbano tenendo sotto controllo ogni aspetto. 

Il costo totale della direttiva
Valutare i costi totali è un’impresa ardua. È stato presentato l’Energy Efficiency Report 2024, elaborato dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano con cui Remind ha un protocollo di intesa. Secondo il modello sviluppato da Politecnico, per intervenire sul 43% degli edifici di classe G in Italia, sarebbero necessari investimenti compresi tra 93 e 103 miliardi di euro. Inoltre, per raggiungere pienamente gli obiettivi prefissati, è fondamentale effettuare interventi analoghi sugli edifici appartenenti alle altre classi energetiche. Questo porterebbe il costo complessivo degli investimenti necessari a una cifra tra 169 e 187 miliardi di euro. Ma ci sono altre previsioni che si differenziano in base a ciò che si prende in considerazione, dalla tipologia di immobile o da chi dovrà essere pagata. Una stima più accurata sarà sicuramente disponibile nel Piano Nazionale di Ristrutturazione degli Edifici. Quello che è certo è che l’Italia metta in atto misure concrete per assicurare che ogni cittadino possa usufruire di incentivi e agevolazioni, in modo da conformarsi alle nuove normative che saranno stabilite nei prossimi mesi nel decreto di recepimento. Tutto questo cercando di evitare gli errori del passato, come nel caso del superbonus che, come sostiene Banca d’Italia, i benefici sono stati più bassi rispetto ai costi sostenuti per le agevolazioni.

I prossimi due anni
Il lavoro di mediazione svolto insieme al Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR Raffaele Fitto per attutire le derive ideologiche della direttiva è stato fondamentale in collaborazione con gli altri vertici dei Dicasteri competenti. Ora insieme ai settori produttivi e alle istituzioni abbiamo la possibilità di definire una via Italia alla sostenibilità per quello che riguarda il vastissimo e bellissimo patrimonio immobiliare pubblico e privato che abbiamo l’onore di possedere. 
Un patrimonio di inestimabile valore economico, sociale e culturale. Grazie anche al lavoro della cabina di regia istituita presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, guidato dal Ministro Giancarlo Giorgetti, e di cui si occuperà il Sottosegretario Lucia Albano con il ruolo di Presidente abbiamo la grande opportunità di dare un’impronta di visione politica all’efficientamento energetico, alla valorizzazione, alla riqualificazione urbana, rivolta soprattutto alle fasce di popolazione più fragile, più bisognosa, come giovani, anziani e tutti quei cittadini che versano in condizioni di difficoltà. Tutto ciò sarà possibile considerato anche il grande impegno del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e che hanno appena riaperto la strada per un futuro libero dai carburanti fossili entro il 2050 con l’approvazione del Dl “Materie prime critiche” che introduce un nuovo approccio sistemico per l’approvvigionamento di materie prime critiche e strategiche. Un modello perfettamente in linea con quanto portato avanti dal Governo a guida del Presidente Giorgia Meloni e dei Vicepresidenti e Ministri Antonio Tajani e Matteo Salvini fin dal giorno del suo insediamento, affinché la sostenibilità non sia soltanto ambientale, ma anche sociale e culturale. Remind insieme ai suoi Partner, ora e come sempre, per sua innata vocazione resta a disposizione delle Istituzioni e dei cittadini per contribuire alla crescita della Nazione in Europa e nel mondo.

Condividere.
Exit mobile version