Nella ricetta medica sono indicate numerose informazioni, utili per l’assistito e per la realtà che eroga il servizio.
Tra le informazioni presenti nella cosiddetta “ricetta rossa” troviamo anche i tempi d’attesa, ma sono contraddistinti da una specifica sigla. La sigla sta a figurare la decisione del medico che ha prescritto un determinato esame/visita/ricovero inerente ai tempi di attuazione degli stessi.
Come sappiamo, tramite il SSN, il Servizio Sanitario Nazionale, un cittadino può ottenere esami diagnostici, visite specialistiche, ricoveri ospedalieri per approfondimenti e/o interventi e altri tipi di trattamenti sanitari.
A volte però si possono verificare dei disguidi, perché la visita o altra prestazione può essere disponibile dopo molto tempo. E ciò ovviamente non è un bene per la salute del paziente.
Come funzionano i tempi di attesa e cosa controllare nella ricetta medica
Quando un cittadino ha bisogno di prenotare un esame si reca dal medico e poi al CUP, sia telematico che presso le strutture abilitate.
In genere è l’operatore che elenca le date disponibili, e purtroppo in Italia è nota la lunga attesa che spetta agli assistiti. In alcuni casi, però, non si può aspettare troppo, perché una visita rimandata a lungo potrebbe non permettere una diagnosi tempistica e di conseguenza il cittadino rischia letteralmente la salute.
Ecco perché esiste a questo proposito un Piano nazionale, concordato tra Governo e realtà territoriali, al fine di garantire ai cittadini le prestazioni utili e nei tempi congrui. Le priorità sono stabilite da apposite sigle, che il medico di famiglia appone sulla ricetta medica, in modo da offrire al suo assistito il servizio necessario a tutelare la sua salute.
La prenotazione sarà garantita velocemente, dunque, se nella casella dedicata alle sigle sui tempi di attesa si trovano alcune delle seguenti lettere: