Una tavola rotonda sugli investimenti Italia-Kazakhstan alla Farnesina, alla presenza del presidente della Repubblica asiatica Kassym-Jomart Tokayev, che si concluderà nel tardo pomeriggio di giovedì 18 gennaio con la firma di accordi commerciali bilaterali. Intanto Tokayev ha incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Avrà un colloquio anche con la premier Giorgia Meloni. Venerdì 19 invece sarà ricevuto da Papa Francesco. Visiterà infine le sedi dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e del Programma alimentare mondiale (Pam) delle Nazioni Unite. Il Kazakhstan è tra i principali produttori mondiali di materie prime.
Il Trattato di partenariato strategico
Italia e Kazakhstan sono legati dal 2009 da un Trattato di partenariato strategico firmato dall’ex presidente Nursultan Nazarbayev e, per l’Italia, dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Negli ultimi anni, Roma sembra aver iniziato a guardare con molta più attenzione a una regione, quella centrasiatica, che in virtù delle risorse naturali a disposizione (non solo idrocarburi), della posizione geografica (nel mezzo delle rotte commerciali tra Europa ed Estremo Oriente) e degli sviluppi internazionali degli ultimi anni (il lento ma inesorabile affrancamento di quei Paesi dall’orbita d’influenza della Russia) è destinata a ricoprire un ruolo sempre più cruciale nella definizione degli equilibri globali futuri.
Italia al terzo posto per interscambio commerciale con Kazakhstan
In particolare per l’Italia Astana è, sotto il profilo commerciale, un interlocutore con un certo appeal. Secondo le statistiche kazake, dal 2018 è al primo posto tra i Paesi destinatari dell’export kazako e al terzo posto per interscambio commerciale, alle spalle della Russia e dalla Cina, soprattutto grazie ai flusso di petrolio estratto dal gruppo Eni, operante sin dal 1992 nei vasti giacimenti del Mar Caspio.
Nel 2019 l’export italiano verso il Kazakhstan ha raggiunto la cifra record di 1.088 milioni di euro (fonte Istat) e si è concentrato in prevalenza nel settore dei macchinari e beni strumentali a servizio del settore energetico e petrolchimico. A causa dell’impatto negativo della pandemia Covid sull’economia globale, nel 2020 le esportazioni italiane sono viceversa calate del 48%. Allo stesso tempo, la flessione dell’importazione di prodotti kazaki è risultata pari a -40,2%, essenzialmente ascrivibile alla contrazione degli approvvigionamenti di commodities, quali il petrolio greggio, i metalli di base, il carbone ed i cereali, che rappresentano, nel loro insieme, circa il 90% del totale dell’export kazako verso l’Italia.
Secondo gli ultimi dati disponibili (fonte ICE), nel 2019 lo stock degli investimenti (IDE) italiani in Kazakhstan risultava pari a 671 milioni di euro, trainati dal settore dell’Oil & Gas che vanta una storica presenza dell’Eni nei giacimenti di idrocarburi delle regioni caspiche di Karachaganak e Kashagan e dal relativo indotto.