Il piano di rilancio della fabbrica di alluminio primario va ancora a rilento e per i lavoratori impiegati nella Sider Alloys di Portovesme scatta la cassa integrazione. Da lunedì, per una parte dei dipendenti dell’azienda metallurgica (e della controllata), che operano nel compendio metallurgico rilevato dall’Alcoa otto anni fa, scatteranno gli ammortizzatori sociali ordinari per 13 settimane.

Un pericolo annunciato

Un fatto che non arriva come un fulmine a ciel sereno dato che da tempo le organizzazioni sindacali chiedono l’intervento del Governo. «La situazione è ormai insostenibile e già da lunedì partiremo con la mobilitazione – annuncia Roberto Forresu, segretario regionale della Fiom -, il progetto di rilancio che avrebbe dovuto rimettere in marcia gli impianti è ancora incompleto e non si può andare oltre». Attualmente funziona la fonderia ma, a sentire il segretario dei metalmeccanici, manca la parte più importante. «Si tratta dell’elettrolitico, deve essere completata la ricostruzione e quindi l’avvio delle celle elettrolitiche, dove si produce il primario, che è sempre stata la vera forza di questo stabilimento in fatto di produzione e qualità».

Subito l’incontro al Mimit

Dai sindacati è partita anche una richiesta di incontro urgente al Mimit, anche alla luce del fatto che «lo Stato partecipa all’azienda attraverso Invitalia con una quota del 20%». Le richieste che i sindacati ripeteranno ai rappresentanti del Governo riguardano proprio lo stato dell’arte del progetto che, con un investimento tra pubblico e privato di oltre 140 milioni di euro, aveva come obiettivo il rilancio dello smelter in grado, sino alla fermata del 2012, di produrre 150 mila tonnellate di alluminio primario per pani e billette. «Ci è stato detto che una parte del revamping va a rilento perché ancora non arrivano i contanier con i pezzi necessari per andare avanti con gli interventi – aggiunge Forresu – a questo punto è necessario che la discussione si svolga a un livello superiore».

Altri nodi da sciogliere

C’è da sciogliere anche il nodo relativo agli ulteriori investimenti legati alle garanzie Sace. «Al Governo chiederemo anche delucidazioni in merito a queste risorse – aggiunge ancora – e a che punto sono i programmi legati all’impiego di questi denari». A preoccupare ulteriormente sindacati e lavoratori che vedevano nel riavvio degli impianti metallurgici un’occasione per quella che era stata definita «la nuova stagione dell’alluminio made in Italy» proprio l’apertura della Cig ordinaria.

La mobilitazione

Da qui la decisione di rilanciare la mobilitazione a partire proprio dalla settimana prossima. «È chiaro che davanti a questa situazione non resteremo inerti. Lunedì si deciderà cosa fare – conclude il segretario dei metalmeccanici – non possiamo di certo continuare ad aspettare senza che si possa trovare una soluzione, e senza che tutti gli attori coinvolti siano chiamati a un’assunzione di responsabilità. Dal Governo ci aspettiamo risposte sul futuro di questa fabbrica con o senza questa azienda e atti concreti».

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