Ancora una chance per la rottamazione quater. La maggioranza lavora a un intervento come emendamento al decreto Milleproroghe (attualmente all’esame delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera) per riaprire le porte della sanatoria sulle cartelle con lo sconto su sanzioni, interessi e aggio della riscossione. Un intervento che punta ad andare incontro ai decaduti, ossia a coloro che avevano presentato la domanda di adesione e poi non hanno rispettato le scadenze di pagamento.

Ipotesi riapertura termini prime due rate

L’ipotesi allo studio già formalizzata in qualche correttivo parlamentare è quella di riaprire i termini delle prime due rate, che sono scadute rispettivamente il 31 ottobre e il 30 novembre (anche se per la rottamazione è concessa una soglia di tolleranza di cinque giorni per perfezionare i pagamenti). Termini che, però, avevano già incassato per la verità una mini proroga nel corso della conversione del decreto Anticipi con la possibilità di recuperare entro il 18 dicembre i due appuntamenti saltati.

Salvagente per i decaduti da spostare al 31 marzo 2024

Ora, però, l’orizzonte temporale potrebbe di nuovo riaprirsi. L’ipotesi che potrebbe prendere corpo – anche attraverso una riformulazione dei correttivi già presentati e segnalati dai gruppi parlamentari – è quella di spostare il salvagente per i decaduti dalla rottamazione al 31 marzo 2024. Una nuova chance che quindi permetterebbe di non perdere la possibilità di pagare il debito con la riscossione ma in misura scontata.

Necessario l’ok della Ragioneria generale dello Stato

Un’ipotesi che per essere tradotta in realtà dovrà comunque prima passare da un ok preventivo della Ragioneria generale dello Stato. Bisogna, infatti, ricordare che dalla rottamazione quater prevista dalla legge di Bilancio 2022 erano attesi complessivamente (lungo quindi tutto l’arco di rateizzazione dei pagamenti) 12,4 miliardi di euro, ma con un costo stimato per l’Erario di 1,1 miliardi di euro (derivanti dalla rinuncia alla riscossione con le modalità ordinarie e quindi in forma “piena”). Così come resta sul tavolo dell’Economia anche l’idea di dare più tempo anche ai contribuenti colpiti dalle alluvioni.

Ragioni che rischiano di frenare un altro fronte su cui sono in corso riflessioni parlamentari sempre nel Milleproroghe che puntano addirittura a rimettere in discussione la possibilità di accedere alla sanatoria. Le domande di adesione sono, infatti, scadute per la generalità dei contribuenti (ad eccezione di quelli delle aree colpite dall’alluvione in Emilia Romagna nella scorsa primavera) il 30 giugno 2023. In questo caso, però, si tratterebbe di estendere la portata ai carichi affidati alla riscossione al 31 dicembre 2022. Ma, come visto, il principale scoglio resta quello finanziario che determinerebbe la copertura.

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