“Varie volte ho ascoltato ministri stranieri che parlano di questioni interne italiane senza conoscerne i fatti. Normalmente quando si è ignoranti su un tema si deve avere almeno la buona creanza di non dare lezioni”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni da Bruxelles replicando alle critiche della ministra spagnola Ana Redondo sulla presenza nei consultori italiani degli esponenti pro-vita.

La disposizione è stata inserita con un emendamento al decreto Pnrr presentato da Lorenzo Malagola di Fdi. La notizia è arrivata fino a Madrid e la ministra spagnola della Parità, Ana Redondo, è intervenuta su ‘X’: ”Consentire le molestie organizzate contro le donne che vogliono interrompere la loro gravidanza equivale a disconoscere un diritto riconosciuto dalla legge”. ”E’ una strategia  dell‘ultradestra – afferma Redondo – intimidire per provare dei diritti, per frenare l’uguaglianza tra donne e uomini”.

Risponde anche la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella: “Suggerisco ai rappresentanti di altri Paesi di basare le proprie opinioni sulla lettura dei testi e non sulla propaganda della sinistra italiana, che si dichiara paladina della legge 194, ma non ne conosce il contenuto o fa finta di non conoscerlo, dal momento che contesta un emendamento che non fa altro che riprodurre alla lettera un articolo della legge sull’aborto in vigore da quarantasei anni. Leggi, emendamenti e relazioni ministeriali al Parlamento sono a disposizione di chiunque voglia consultarli prima di esternare, per evitare di farlo senza cognizione di causa”. 

Da Madrid si è fatta sentire anche Irene Montero, ex ministra delle Pari opportunità, che durante il suo mandato ha promosso la riforma dell’aborto in Spagna, che garantisce l’interruzione di gravidanza libera e sicura nelle strutture pubbliche a partire dai 16 anni e introdotto il congedo mestruale: “L’aborto è un diritto fondamentale di tutte le donne, è un diritto umano, e fa parte del nostro diritto alla salute“, “con questa decisione quindi il governo italiano sta mettendo a rischio la vita e la sicurezza delle donne, che sono più della metà della popolazione, dice a LaPresse.

In Italia intanto la polemica non si placa. Per il capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia l’emendamento “è stato un blitz” che “conferma la deriva orbaniana di questo governo: mettere gli antiabortisti nei consultori è come dare la direzione degli ospedali ai no vax”. 

Per la presidente di Azione Mara Carfagna “non fa onore alla politica avere inserito l’emendamento in silenzio dentro un provvedimento che serve a tutt’altro”.

Replica il vice capogruppo vicario di Fratelli d’Italia alla Camera, Manlio Messina: “Quello che sta facendo il Governo Meloni, non è altro che applicare la legge n. 194, che tutela la vita. Non vogliamo togliere alcun diritto, personalmente siamo convinti che l’interruzione della gravidanza sia un diritto per le donne, un diritto acquisito e non lo togliamo, ma nessuno ci può impedire di garantire alle donne di scegliere se abortire o tenere un figlio”.

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