Un reato applicato a varie situazioni, con indagini nei confronti di amministratori spesso terminate con archiviazioni di inchieste o processi che hanno portato all’assoluzione. Sono centinaia i casi di sindaci e governatori indagati negli ultimi anni per abuso di ufficio, accuse poi cadute.
Simone Uggetti, ex sindaco di Lodi
E in queste ore a commentare il via libera in commissione al Senato sull’eliminazione del reato è anche Simone Uggetti, ex sindaco di Lodi: indagato, condannato e poi assolto dall’accusa di turbativa d’asta per una gara sulla gestione delle piscine scoperte della cittadina lombarda. Una vicenda durata sette anni, diventata simbolo delle storture nel rapporto tra politica e giustizia. «Ci sono normative – spiega Uggetti – diventate punitive per amministratori e funzionari pubblici. Ad esempio Chiara Appendino come sindaco di Torino ha avuto due condanne su cose di cui de facto non era responsabile. O il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, sospeso due anni e poi rimesso in ruolo. O ancora Giuseppe Sala avrà fatto qualcosa al limite per realizzare in tempo Expo: ma cosa dobbiamo fare, bloccare l’Italia?», si chiede Uggetti riferendosi ai tanti episodi giudiziari senza riscontro.
Nel dossier di Azione 150 casi
Un dossier diffuso dal partito di Azione, curato dal responsabile giustizia Enrico Costa, ha messo in risalto almeno 150 casi simili più o meno recenti: uno di questi è la vicenda dell’ex primo cittadino di Agrigento, Marco Zambuto: indagato per abuso d’ufficio, fece un passo indietro nel 2014 prima che scattasse la legge Severino. Poi, assolto, non poté più ricandidarsi perché secondo la legge regionale siciliana chi si dimette non si può ricandidare allo stesso incarico. Spesso le indagini nei confronti degli amministratori hanno riguardato realizzazioni di strutture, concessione di spazi pubblici, erogazione di contributi, affidamento di servizi, nomine di amministratori o rapporti con società private.
Da Oppus a Nogarin
Ma ci sono anche vicende come quella di Giacomo Scapin, sindaco di Ospedaletto, portato alla sbarra e poi assolto nel 2021 dall’accusa di aver portato via un volantino del partito di opposizione contro di lui. Nel 2018 il pm di Cagliari archiviò le indagini dopo una denuncia secondo cui, a Mandas, Umberto Oppus aveva studiato i documenti dell’archivio storico comunale per pubblicare poi libri sulla storia del paese: il gip poi mise definitivamente fine alla vicenda. Ad essere archiviato nel 2015 fu anche il fascicolo aperto nei confronti dell’allora sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, il quale aveva trascritto le nozze gay tra due uomini dopo il matrimonio avvenuto a Las Palmas.
Le grandi città e i governatori
Nel mirino della contestazione dell’abuso d’ufficio, poi caduta per assoluzione o archiviazione, sono finiti i sindaci di grandi città come Torino, Milano e Parma, ma anche i governatori come quello lombardo Attilio Fontana, quello dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e quello pugliese Michele Emiliano, oltre all’ex presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, e l’ex della Sicilia, Rosario Crocetta. A Salerno l’allora primo cittadino Vincenzo De Luca, oggi governatore della Campania, fu assolto per la seconda volta nel 2021, anche in appello, sulla vicenda della costruzione della mega struttura “Crescent”: in primo grado il processo, partito nel 2014, durò quattro anni per 57 udienze.