«Promuovere la partecipazione dei padri fin da subito (Early), paritetica (Equal) attiva, pratica (Engaged) ed empatica (Empathetic)». Con l’obiettivo finale di prevenire la violenza contro le donne. È questo l’intento dichiarato del progetto 4e-Parent che, attraverso corsi di formazione e una mappatura delle associazioni attive sul territorio nazionale, lavora per favorire una «paternità accudente» e un maggior coinvolgimento dei papà sin dalla gravidanza. Contro la cappa di pregiudizi, stereotipi e squilibri che ancora avvolge la genitorialità e rallenta i cambiamenti in corso.
L’iniziativa nasce come evoluzione dell’esperienza pilota denominata Parent, cofinanziata dal programma Rec della Commissione Ue e condotta tra il 2019 e il 2021 in quattro Paesi europei: Portogallo, Italia, Austria e Lituania. Nel nostro Paese Parent ha visto come capofila l’Istituto superiore di sanità e ha messo radici grazie a una rete fondata nel 2016 da sette associazioni (Giardino dei Padri, Cam, MaschilePlurale, PartecipArte, Cerchio degli Uomini, WhiteDove-Evoluzione del maschile, Associazione genitori rainbow) affiliata a MenCare. Il risultato è stato la pubblicazione di una “Guida metodologica per formatrici e formatori dei corsi destinati alle professioni sanitarie”.
Con 4e-Parent, cofinanziato dal programma Cerv-2022-Daphne, il coordinamento è rimasto all’Iss, per mezzo del Centro nazionale di prevenzione delle malattie e promozione della salute. Partner sono il Centro per la salute del bambino, il Cerchio degli uomini, Zadig, deepblue, MaschilePlurale; partner associati StepbyStep, Unicef e l’Associazione culturale pediatri (Acp); la collaborazione scientifica è di Iris (Istituto ricerca intervento salute). Tutti uniti nello scopo di «fare spazio alla paternità», come recita il titolo di un libro di Maddalena Cannito, in un Paese all’ultimo posto in Europa per occupazione femminile, con un’offerta scarsa e disomogenea di asili nido, squilibri più profondi nel lavoro domestico e di cura non retribuito, misure di conciliazione riservate o fruite quasi esclusivamente dalle donne e uno dei gap più elevati tra congedi di maternità generosi, congedi di paternità inchiodati al livello minimo di dieci giorni raccomandato dalla direttiva Ue 1158/2019 e congedi parentali pagati peggio che in ogni altro Paese.
Da questo mese fino a settembre il progetto prevede corsi di formazione a Torino, Roma, Palermo e Napoli destinati a chi, tra volontari e operatori del terzo settore o personale del settore sociosanitario e socioeducativo, è interessato a facilitare gruppi di padri (prioritariamente) o di madri nel periodo dei primi mille giorni dalla nascita di un figlio. Il metodo è quello dei «cerchi di condivisione», per aiutare la transizione da coppia a famiglia e promuovere relazioni orientate a rispetto, parità e responsabilità.
Sul sito 4e-parentproject.eu è inoltre da poco disponibile una mappa delle «risorse territoriali» attive in tutta Italia e censite da MaschilePlurale con Zadig: cerchi dei papà e gruppi d’ascolto; organizzazioni per il supporto pedagogico, il sostegno psicologico e la consulenza giuridica; progetti, campagne e networking; associazioni che offrono servizi di accompagnamento alla nascita; infine, centri di cultura, educazione, formazione e documentazione. Organizzazioni e istituzioni – assicurano i promotori – ispirate al principio dell’uguaglianza di genere e a una «genitorialità collaborativa», prive di tratti misogini o transfobici, con proposte a libero accesso o comunque senza natura e finalità commerciali, trasparenti rispetto a possibili conflitti d’interessi.