Le maggiori aziende della moda internazionale hanno archiviato un 2023 in crescita del 7% – con un picco del +9% registrato dai gruppi del lusso – ma si preparano a un 2024 più lento: la crescita che si fermerebbe al +4%, sostenuta anche dall’aumento dei prezzi al cliente finale. Sono questi i risultati del report annuale di Mediobanca che analizza i dati finanziari e di sostenibilità delle 80 maggiori multinazionali della moda con ricavi superiori a un miliardo di euro ciascuna (di cui 37 hanno sede in Europa, 29 in Nord America, 12 in Asia e due in Africa) e delle 175 maggiori aziende di moda italiane con fatturato individuale superiore a 100 milioni.
Nel 2022 ricavi record: 566 miliardi per 80 multinazionali
Il report ha analizzato nel dettaglio le performance delle aziende nel 2022, un anno record per il settore. Nel 2022 il fatturato delle 80 maggiori multinazionali della moda ha toccato 566 miliardi di euro, in salita dell’11,7% sul 2021 e del 21,6% sul 2019. Tra i 37 gruppi europei, l’Italia con i suoi 12 big è il Paese con più protagonisti, ma è la Francia ad aggiudicarsi il primato per giro d’affari (43% del totale europeo), contro il 7% dell’Italia.
Lvmh ed Hermès leader nelle performance
I gruppi del lusso sono i primi per crescita - +19,3% sul 2021 e +32,7% sul 2019 (contro i gruppi cosiddetti mass market con ricavi in salita dell’8,3% sul 2021 e del +13,8% sul pre Covid) – e anche per redditività, con un ebit margin pari al 24,4% rispetto all’aggregato medio del 15,1 per cento. Se il primo player per ricavi è Lvmh (79 miliardi di euro, che nel 2023 sono saliti a 86 miliardi), quello per redditività è Hermès (ebit margin al 41,5% nel 2022).
In Italia due terzi dei fornitori di lusso
L’Italia occupa un posto sempre più importante nella filiera: è il primo produttore di alta moda al mondo e il 29% dei fornitori dei gruppi europei della moda ha sede in Italia, quota che sale ai due terzi per i player del lusso.