Innanzittutto il salvadanaio. È qui, sulla massa di risorse che il Comune di Padova può vantare un record: sul Pnrr ha calato l’asso pigliatutto, più di 621 milioni di euro che suddivisi per i 207mila abitanti danno investimenti procapite di più di 3mila euro. C’è poi la corsa contro il tempo che il Pnrr ha imposto da subito, ma che ora sono più vincolanti per tutti. Per la città dei quattro senza, il santo senza nome, il prato senza erba e il caffè senza porte e il bue senza corna, il Piano non rischia di diventare il quinto della lista.
Il Pnrr padovano
Qui, sullo stato dell’arte del Pnrr, Padova può calare le sue carte. Lo ha fatto con un evento pubblico riservato alla stampa durante il quale sono stati presentati i primi risultati sul fronte dei lavori pubblici. Ma il Sole 24 Ore è in grado di anticipare un bilancio a tutto campo. Il Pnrr si articola in 84 progetti (621 milioni) e il Comune ha portato a casa fino al 16 gennaio 76 iniziative pari all’86% di gare avviate per 532,2 milioni di euro, 63 progetti pari al 50% di appalti aggiudicati (312,3 milioni) e 47 progetti pari al 29% (180,4 milioni) di lavori già avviati. Quelli conclusi sono 9 e in collaudo ce ne sono 5. E a completare il quadro ci sono i 57,4 milioni già liquidati a imprese, tecnici e artigiani.
Insomma il Pnrr padovano marcia a passo di carica. Per farlo «ci siamo mossi per confezionare un organizzazione del lavoro in grado di reggere una quantità di appalti e procedure molto superiore a quella dei tempi ordinari, anche stabilendo le priorità e garantendo autonomia a dirigenti e collaboratori», spiega al Sole 24Ore il primo cittadino Sergio Giordani. Che non fa mistero dell’enorme mole di lavoro che con il Pnrr si è riversata sugli uffici dell’ente: «Non è semplice per una struttura pubblica adeguarsi a tempistiche e moli di lavoro di tipo aziendale ma la verità è che nella pubblica amministrazione lavorando grandi professionisti che se adeguatamente valorizzati e organizzanti possono gestire eccellenti performance». La parola chiave è appunto organizzazione.
Il modello Padova
Come abbia fatto la città veneta a collezionare tante risorse (e tanti risultati) lo spiega il direttore generale del Comune, Lorenzo Minganti. Innanzitutto con un «robusto crowdfunding». E quindi «scegliendo e selezionando interventi che fossero interessanti per la città e realizzabili» e «scartando quelli meno appettibili». Ma l’asso nella manica è avvenuto all’interno della struttura: «Avevamo bisogno di qualcuno esperto nella rendicontazione al quale affidare questa partita delicatissima – prosegue il dg – e così abbiamo richiamato dall’estero un giovane che abbiamo inquadrato a tempo indeterminato, naturalmente». La struttura si è rafforzata al cuore delle attività amministrative legate al Pnrr ma non bastava. E così il Comune decide di investire su una consulenza per tutti gli adempimenti ambientali dettati dalla disciplina del Dnsh «dove oggi esiste una vera e propria formazione work in progress». Il modello Padova viene interrogato «dagli altri enti di controllo, le Prefetture, la stessa Ragioneria generale dello Stato», prosegue Minganti.
Un tram pigliatutto
Ammonta a circa 530 milioni di euro (sul totale di 621) il tesoretto per il finanziamento delle linee tramviarie Sir2 e Sir3. Il primo progetto (Sir2) poteva contare su circa 350 milioni ai quali successivamente si sono aggiunti altri 80 milioni provenienti dal Foi (Fondo per le opere indifferibili) a copertura della fiammata del costo delle materie prime. Poi quest’estate, in piena rimodulazione del Pnrr voluta dal ministro Raffaele Fitto, l’ennesima iniezione di fondi: 101 milioni per la Sir3, un trasferimento di fondi che arrivano dal capitolo M3 (infrastrutture rapide di massa) di Palermo e Napoli. Il progetto punta a costrurire una rete tramviaria interconnessa: la linea 1 si sviluppa da nord a sud, la linea 2 da est a ovest e la linea 3 ha un andamento che, partendo dal nodo centrale, serve importanti poli di attrazione situati in direzione sud-est (università, ospedali, ecc). Il Sir1 è stato aggiudicato mentre il Sir3 è più avanti e può vantare un cantiere completato all’11%.