Il riciclaggio in Italia vale almeno l’1,5-2% del Pil. Tradotto: il “lavaggio” dei soldi sporchi ammonta in media a 40 miliardi di euro. La stima è del periodo 2018-2022, ma anche a vedere i dati più aggiornati il valore non sembra essere cambiato. «Una dimensione rilevante, che ci motiva ad accrescere il nostro impegno nell’attività di prevenzione», ha commentato Enzo Serata, il direttore dell’Unità di informazione finanziaria, l’ente antiriciclaggio della Banca d’Italia che oggi ha presentato il bilancio 2024.

Oltre 150mila Sos

L’anno passato si è chiuso con 150.418 segnalazioni per operazioni sospette (Sos), poco più di 5.000 in meno rispetto al 2022. Una contrazione dovuta a banche e Poste che hanno registrato un decremento del 7,5% delle segnalazioni inviate. Il calo ha riguardato anche gli Imel (Istituti di moneta elettronica) e gli Ip (Istituti di pagamento), mentre resta elevato l’apporto informativo fornito dai notai.

Per la prima volta si registra un aumento delle comunicazioni giunte dalla Pubblica amministrazione, che arrivano a quota 414 rispetto al 179 del 2022.Sul fronte della collaborazione con le autorità investigative l’Uif ha raggiunto risultati di rilievo.

Le segnalazioni analizzate nel biennio 2022-2023 hanno ricevuto, a metà giugno 2024, oltre 57mila feedback positivi dal Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza. I feedback positivi della Direzione nazionale antimafia, invece, sono stati quasi 11mila.

Movimentazioni con la Russia

Nel corso dell’anno è stato svolta una analisi delle operazioni di prelievo con carte di credito emesse da intermediari russi. In particolare, sono stati prelevati soldi da Atm italiani mediante un circuito cinese. Il consistente ammontare complessivo dei prelievi è agevolato da elevati limiti quantitativi per singola operazione e dalla possibilità di reiterare i prelevamenti nel medesimo Atm.

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