Il giorno dopo l’approvazione del decreto Emergenze sul settore agroalimentare che ha introdotto lo stop all’istallazione dei pannelli fotovoltaici a terra nelle zone agricole fioccano le reazioni negative dei tanti operatori del settore. Scende in campo anche Utilitalia, l’associazione di tutte le utility del paese (per capire le aziende a capitale pubblico che forniscono l’energia elettrica alle città e al paese) per esprimere la contrarietà al provvedimento, il cui testo è stato annunciato ma non è ancora stato reso disponibile.

Il presidente Colarullo: il decreto un danno per l’Italia

“Riteniamo che il Dl Agricoltura, col divieto dell’agrivoltaico a terra, sia un danno per l’Italia. Nessuno vuole una conversione selvaggia dei terreni agricoli, ma andrebbe fatto un ragionamento sulle aree agricole non più in produzione, che potrebbe essere conveniente convertire al fotovoltaico. Invece il divieto generalizzato non permette valutazioni economiche, non ha la flessibilità necessaria”. Ha detto direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo. “Attendiamo ancora il decreto sulle aree idonee per le rinnovabili, e con questo provvedimento si riducono le potenziali aree di sviluppo”.

L’associazione: contestiamo il divieto generalizzato

Il decreto legge approvato ieri in Consiglio dei ministri consente l’istallazione di pannelli sui terreni ad uso agricolo a patto che siano sopraelevati almeno due metri da terra per consentire di fare sotto le coltivazioni. Da capire, poi, quale sarà la portata dell’esenzione per gli impianti fotovoltaici per i quali le autorizzazioni sono in corso. A seconda di come si colloca l’asticella si possono ricomprendere tutti i 300 gigawatt di impianti fotovoltaici per i quali è stato chiesto l’allaccio a Terna oppure si possono escludere praticamente tutti.

“Vedremo quanti ne metteranno, visto che sono più costosi di quelli a terra – ha aggiunto -. Pensiamo che se ne installeranno meno, e questo metterà a rischio gli obiettivi di rinnovabili del Pniec (il Piano nazionale energia, ndr). Non mettiamo in discussione l’obiettivo del governo di tutela dell’agricoltura ma contestiamo il percorso scelto, un divieto generalizzato, senza flessibilità per fare valutazioni economiche. Se il governo voleva difendere la destinazione agricola dei terreni, poteva pensare a incentivi per quegli agricoltori che vogliono convertire i loro fondi al fotovoltaico perché poco redditizi”.

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