In Italia la normativa è ancora avara nel riconoscere il ruolo dei padri all’interno delle famiglie e i giorni di congedo sono solo 10, ma molte aziende stanno anticipando il legislatore per rispondere alle nuove esigenze delle famiglie che vanno sempre più verso una genitorialità condivisa.

Nelle nuove pratiche di welfare aziendale dedicato alle famiglie, si parla dunque un po’ meno di maternità e un po’ più di genitorialità, dedicando attenzioni particolari ai padri. E questo approccio fa bene anche alle aziende: con lavoratori e lavoratrici sempre più attenti al proprio benessere, nell’era delle grandi dimissioni, essere attrattivi per la nuova generazione di padri che si sta dimostrando sempre più presente nella vita familiare e sempre più capace di riconoscersi in un ruolo di parità con le proprie compagne, è senz’altro una carta vincente per le organizzazioni.

Ma quali sono nel concreto le misure più diffuse nelle aziende per il sostegno alla genitorialità condivisa? A livello generale, gli interventi più comuni possono essere raggruppati in macro-aree: gretribuiti oltre agli obblighi di legge, smart working, contributi economici (tra cui anche voucher e rimborsi), organizzazione (asili nido e altri spazi aziendali, aumento dei congedi, in particolar modo per i padri).

Molte aziende hanno scelto per esempio di prolungare il congedo di paternità, per colmare la lacuna legislativa, aggiungendo giorni retribuiti in alcuni casi fino al 100%. Per quanto riguarda i congedi parentali, già usufruibili da entrambi i genitori, è prevista per alcune realtà aziendali un’integrazione economica della quota retribuita prevista per legge, in altri casi viene data la possibilità di usufruire di giorni aggiuntivi non retribuiti, in caso di malattia del figlio o altre esigenze. Sono pratiche, queste, che aprendosi a entrambi i genitori, agevolano la decisionalità paritaria. Le aziende, inoltre, rispondono anche a un concetto di famiglia in evoluzione e prevedono misure anche per figli acquisiti nell’ambito di famiglie allargate e per figli di coppie omogenitoriali.

Uno studio recente del Corporate Welfare Lab di SDA Bocconi School of Management, ha analizzato gli impatti del corporate welfare sulle performance aziendali, sull’engagement dei dipendenti e sul tasso di natalità delle imprese. Focalizzandosi sulle dinamiche che intercorrono tra azienda, dipendenti e benessere individuale, lo studio ha evidenziato come le buone pratiche di welfare influiscono effettivamente non solo sulla crescita dei ricavi aziendali, ma anche sull’attrattività dell’azienda, nonché sulla genitorialità come driver sistemico e fattore chiave nello sviluppo delle abilità dei lavoratori.

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