Giornata cruciale per il governo. Oggi nell’Aula della Camera è il giorno della discussione generale della mozione di sfiducia a firma del M5S nei confronti della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, per le vicende legate alla società Visibilia.

Una vicenda che agita la maggioranza anche se l‘esponente di Fratelli d’Italia  fa sapere di essere “zero preoccupata”. “E’ un voto importante, giustamente l’opposizione fa la sua parte – ha sottolineato la ministra- rendendo però più forte la maggioranza”.

Il messaggio sottinteso, con la richiesta di massima unità, sembra diretto a tutto il centrodestra, perché se è vero che i leader, dalla premier Giorgia Meloni ai due vice Matteo Salvini e Antonio Tajani, si dicono certi della coesione della maggioranza e le dichiarazioni mantengono una linea garantista, non è un mistero che i guai giudiziari della ministra qualche pensiero lo stiano dando.

Il timore principale è che a una bocciatura della mozione di sfiducia, possano seguire sviluppi nell’inchiesta appena chiusa, o nuovi procedimenti capaci di creare imbarazzi, nel bel mezzo di una primavera elettorale che, da qui a giugno, testerà su più livelli la tenuta della coalizione di governo. La speranza non detta è che la ministra tragga da sé le conclusioni sull’opportunità o meno di rimanere in carica, soprattutto in caso di una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Milano. Tutto considerato, se il voto slittasse alla settimana prossima o oltre, nessuno probabilmente nel centrodestra se ne dispiacerebbe.

Tg1

Daniela Santanchè

La discussione in Aula è in corso. Emma Pavanelli, deputata M5s, è stata la prima a prendere la parola sottolineando più volte “l’assenza” della ministra nell’aula di Montecitorio e accusando “l’assordante silenzio del governo e di Fratelli d’Italia”.

“Avrei voluto rivolgermi alla ministra Santanchè o a qualche ministro, ma purtroppo vediamo che sono assenti – ha spiegato la deputata del Movimento 5 Stelle, Emma Pavanelli, illustrando in Aula la mozione che chiede le dimissioni della ministra -. Evidentemente la maggioranza ha preferito tenerla nascosta”. 

“Siamo arrivati oggi a quattro procedimenti nei quali a vario titolo la ministra risulta coinvolta, per il momento soltanto sfiorata da accuse di concorso in bancarotta e riciclaggio, mentre personalmente indagata per falso in bilancio e per truffa ai danni dell’Inps. I fatti sono gravissimi – attacca Pavanelli – Ci chiediamo come sia possibile ritenersi meritevoli di incarichi di governo nonostante le accuse a carico. Ci chiediamo se non sia più dignitoso, anzi doveroso, un è passo indietro nell’attesa che ogni dubbio sia fugato”. 

“Oggi davanti a delle accuse pesantissime ci troviamo davanti all’assordante silenzio del governo e del suo partito”, ha aggiunto la deputata.

“Votiamo no alla sfiducia a Santanché perché basata sulle indagini giudiziarie che la riguardano. E noi non chiediamo le dimissioni per un avviso di garanzia o per un rinvio a giudizio. Il garantismo è tale se si applica a tutti, soprattutto agli avversari. Facile fare i garantisti con gli amici: la vera sfida è essere garantisti con gli avversari”, scrive su X il leader di Italia Viva Matteo Renzi. “Daniela Santanché ministra ha fallito e noi la contestiamo sul piano politico. Ma noi non usiamo le indagini per attaccarla. A differenza di quello che ha sempre fatto la stessa Santanché che ha chiesto in carriera le dimissioni di 18 ministri, tra cui tutti i nostri amici – aggiunge -. Noi siamo profondamente diversi dalla Santanchè e da chi vive con la doppia morale. O da chi si professa custode autonominato di uno stato etico. Votiamo no alla sfiducia basata sul GIUSTIZIALISMO”.
 

Matteo Salvini - Daniela Santanchè ANSA

Matteo Salvini – Daniela Santanchè

Sempre nella giornata di oggi votazione anche della mozione di sfiducia nei confronti del ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini. Il tema della mozione è il rapporto siglato dalla Lega e da Salvini con il partito di Vladimir Putin “Russia Unita”, ma sono stati lo stesso Salvini e il suo partito ad affermare che quel rapporto è annullato nel momento in cui la Russia ha invaso l’Ucraina.

Dal canto suo la Lega ha ribadito che “i propositi di collaborazione” del 2017 con Russia Unita, dai quali è scaturita la mozione di sfiducia al vicepremier, “non hanno più valore dopo l’invasione dell’Ucraina”. “Dispiace che l’Aula debba perdere tempo per polemiche inutili e strumentali innescate dall’opposizione”, aggiunge il Carroccio che risponde alle accuse ricordando gli accordi siglati in passato con Mosca da Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Enrico Letta e Carlo Calenda: “La guerra ha totalmente cambiato i giudizi e i rapporti politici con la Russia, che prima dell’invasione era un importante interlocutore di tutti i governi italiani”.

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