Contratti di solidarietà fino a fine anno sulla linea della Maserati di Mirafiori. La comunicazione ai sindacati è arrivata in mattinata: sono coinvolti 968 lavoratori complessivi impiegati nell’area di assemblaggio del Tridente. Il rallentamento del piano di lancio dei nuovi modelli Maserati ha frenato i ritmi di lavoro e ha spinto verso un allargamento degli ammortizzatori sociali. La misura coinvolge l’intero reparto delle Carrozzerie di Mirafiori dove si producono anche le Fiat 500 elettriche e dove gli oltre 2mila addetti sono in cassa integrazione fino al 20 aprile scorso.

«Apprezziamo che Tavares consideri Mirafiori un pilastro di Stellantis in Europa, ma se non arrivano nuovi modelli, faremo i conti con un aumento degli ammortizzatori, una riduzione delle retribuzioni e una situazione che sarà sempre più complicata per le lavoratrici e i lavoratori del comparto automotive torinese» mette in evidenza Luigi Paone, segretario della Uilm di Torino.

La partenza dei contratti di solidarietà in Maserati rappresenta un campanello d’allarme per le istituzioni locali e e per il Governo sottolineano i rappresentanti dei lavoratori. Serve chiarezza sul futuro di Mirafiori, questo chiede la manifestazione organizzata in maniera unitaria dai sindacati metalmeccanici per il prossimo 12 aprile.

«Il ricorso al contratto di solidarietà costituisca il monito affinché da parte governativa si mettano in campo non solo i più volte annunciati incentivi ma anche le ulteriori risorse a sostegno dell’industria automobilistica nel difficile percorso di transizione» dicono Rocco Cutrí, segretario della Fim Cisl di Torino e Igor Albera, segretario responsabile per il settore auto. Guardando a Stellantis, «è più che mai necessario superare le dichiarazioni e passare ai fatti attraverso l’industrializzazione dei prodotti a partire da Mirafiori e dal mantenimento della missione produttiva dello stabilimento».

L’anno scorso a Mirafiori sono state prodotte circa 85mila autovetture tra Fiat 500 e Maserati, in calo del 9,3% rispetto al 2022 mentre secondo le previsioni fatte dalla Fim Cisl quest’anno lo stabilimento di Torino potrebbe restare sulle 50mila unità, in proiezione, alla luce del forte rallentamento del primo trimestre di quest’anno.

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