Prima l’università di Torino, poi la Scuola Normale Superiore. Adesso vorrebbero seguire il loro esempio anche i docenti, i dottorandi e gli assegnisti degli atenei di Firenze e di Pisa: il fronte che chiede di bloccare il bando di cooperazione scientifica con Israele del ministero degli Affari esteri si allarga sempre più. Domani nel primo pomeriggio si chiuderà la finestra temporale per la raccolta di progetti congiunti di ricerca per l’anno 2024, sulla base dell’Accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia e Israele.

Le firme alla lettera aperta nazionale

All’Università di Firenze sono oltre 200 tra professori, assegnisti, dottorandi e tecnici-amministrativi ad aver sottoscritto un appello per chiedere ai propri rappresentanti di non aderire al bando. Invitano anche i propri colleghi a «opporsi all’approvazione di eventuali progetti redatti in risposta al bando Maeci nei propri dipartimenti». Richiesta condivisa anche dall’ateneo pisano, dove in un documento 25 persone, tra dottorandi e assegnisti di ricerca del dipartimento di Scienze politiche, chiedono «all’università di Pisa, in linea con quanto fatto dall’università di Torino e dalla Normale, di non partecipare al bando Maeci tra Italia e Israele». Situazione sospesa anche a Bari dove è prevista una seduta straordinaria del Senato accademico per discutere dell’accordo. Il rettore dell’università si è inoltre dimesso dalla Fondazione Med-Or. E intanto continuano a crescere anche le firme alla lettera aperta nazionale indirizzata al ministero degli Affari esteri che sono arrivate quasi a 2.500.

A Napoli occupato il rettorato

Appelli, quelli negli atenei, sottoscritti alla vigilia del presidio alla Farnesina. Gli studenti lo avevano annunciato a fine marzo: dal 3 al 10 aprile si sarebbero mobilitati in tutto il Paese contro il bando Maeci. Promessa mantenuta. E così, come uno degli atti conclusivi di questa settimana di agitazione, la Federico II di Napoli si è svegliata con il rettorato occupato per dire «basta agli accordi con Israele», come già accaduto a Roma e a Bologna soltanto poche settimane fa. «La protesta di oggi non è simbolica: non andremo via da qui fino a quando non soltanto il rettore non ci avrà ricevuti ma fino a quando gli accordi che riguardano la Federico II e le ambasciate italiane a Tel Aviv, gli atenei israeliani e le autorità sioniste non saranno rescissi del tutto», ha fatto sapere la Rete Studentesca per la Palestina di Napoli. «L’occupazione di oggi fa capire come anche la nostra azione del 25 e 26 marzo scorso non sia arrivata da un momento all’altro, ma si inserisce in un contesto di mobilitazione nazionale», ha commentato Francesco Sampietro del Coordinamento Collettivi Sapienza. Della stessa opinione è Francesca Lini di Cambiare Rotta che ha parlato di «un’ottima iniziativa che rilancia su Napoli anche quello che è stato fatto nelle altre città».

Presidi e sit-in previsti

Intanto proseguono le iniziative degli studenti per la giornata di sciopero indetto da Usb università che coinvolge oltre venti atenei: dai flashmob con le bandierine della Palestina nelle facoltà alle «mostre sul genocidio» fino alle assemblee pubbliche insieme a docenti, ricercatori e lavoratori. Il presidio davanti alla Farnesina delle 15 è programmato proprio per il giorno precedente alla scadenza del bando, che è il 10. Ma già dalla mattina negli atenei si darà il via a dibattiti e confronti: alle 11 è previsto l’appuntamento al pratone della Sapienza con studenti e studentesse, docenti, lavoratori e associazioni universitarie. Diversi saranno poi i presidi e i sit-in in tutta Italia durante lo sciopero generale.

A cosa punta il bando

Sono tre le direttrici espressamente indicate nel bando del Maeci. Si va dalle tecnologie per un “terreno sano” (ovvero nuovi fertilizzanti, impianti del suolo, microbioma del suolo) a quelle idriche, tra cui il trattamento dell’acqua potabile, delle acque industriali e fognarie ivi compresi i processi di desalinizzazione. Per finire con l’ottica di precisione, l’elettronica e le tecnologie quantistiche, per applicazioni di frontiera come i rilevatori di onde gravitazionali di prossima generazione. Complessivamente la selezione riguarderà 11 progetti congiunti per un finanziamento nell’insieme pari 1,1 milioni di euro.

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