Cresce a ritmo costante il mercato degli agrofarmaci in Italia. Il trend emerge dall’Osservatorio Agrofarma – l’Associazione che rappresenta 32 imprese italiane del comparto, associata a Federchimica – presentato a Palazzo Madama. L’innalzamento graduale dei valori a partire dal 2018 ha portato al traguardo dei 1,1 miliardi di euro di fatturato nel 2022, in aumento del 35,8%.

«Si tratta di una crescita in valore, cui fa da contraltare una riduzione in quantità, il che identifica la presenza di una innovazione crescente», commenta Paolo Tassani, il presidente di Agrofarma-Federchimica. Insetticidi (247 milioni), fungicidi (163) erbicidi (156) i prodotti più commercializzati, seguiti dai disinfettanti (oltre a una quota di prodotti coperti da segreto statistico). Anche import ed export nel settore sono andati costantemente aumentando, raggiungendo un picco intorno al miliardo di euro nel 2022 e registrando un saldo commerciale tendenzialmente negativo (lo stesso fenomeno si riscontra anche per singolo prodotto).

Nell’era del Green Deal e delle politiche Farm to Fork (anche se il regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, presentato con l’obiettivo di dimezzare i pesticidi entro il 2030, è stato ritirato dalla Commissione Ue), capire come coniugare questi prodotti con la transizione green è la chiave di volta.

«La forte connessione con i settori altamente innovativi dell’agritech e delle biotecnologie, degli input agricoli a più basso impatto – dice Enrica Gentile, ceo & Founder Areté Srl, che ha curato il dossier – fa sì che le imprese produttrici di agrofarmaci giochino un ruolo di primo piano nell’accompagnare l’agricoltura e le relative filiere nel percorso della transizione ecologica e i dati evidenziano in modo chiaro questo progresso».
Gentile parla anche di un «settore in crescita, trainato da imprese strutturate e con alta propensione all’innovazione, impegnate su un mercato che a sua volta ha registrato una crescita costante negli ultimi anni».

Di fatto è come se l’alta propensione all’innovazione e alla sostenibilità del comparto agricolo italiano spingessero il comparto a promuovere soluzioni sempre più orientate verso una maggiore tutela della salute umana e dell’ambiente. Non a caso il report evidenzia che – in un contesto in cui il 9% della Sau italiana è coltivata con strumenti 4.0 – la spesa destinata allo sviluppo di nuovi prodotti agrofarmaci ha toccato quota 32 milioni di euro pari, in media, al 2,9% del fatturato totale per azienda (contro una media Istat dell’ 1,5% del comparto industriale). A questi vanno aggiunti gli investimenti a livello globale ed europeo per l’individuazione e la registrazione di nuove sostanze attive. Il mercato degli agrofarmaci si è attivato anche per intercettare la crescente propensione al biologico, con una offerta di nuovi prodotti pari a 134 milioni di euro (circa il 12% del fatturato totale). Una percentuale destinata a crescere: i prodotti impiegabili in agricoltura biologica, oggi, rappresentano il 20% del totale, ma gli impegni assunti dall’industria a livello europeo porteranno nei prossimi anni la quota al 30%.

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