Sembra immobile ma non lo è. Vista dall’elicottero la nave Saipem10000, un colosso della tecnologia da quasi 100mila tonnellate varato nel 2000 ne i cantieri di Geoje in Corea del Sud che imbarca quasi 200 persone impegnate 24 ore su 24, che ha all’attivo 170 pozzi (gas e petrolio) perforati in giro per il mondo, sembra proprio ferma. E invece no perché si muove verso l’ennesima tappa: il punto in mare aperto in cui lavorerà alla perforazione del pozzo Cassiopea 2 dopo aver completato la prima parte di lavoro del pozzo Cassiopea 3. Siamo al largo, nel Canale di Sicilia, a 12 miglia dalla costa, più o meno di fronte a Porto Empedocle: in quest’area si trovano i giacimenti di gas Argo e Cassiopea che valgono 10 miliardi di metri cubi per una produzione annua, nei momenti di picco, di un miliardo e mezzo di metri cubi (il 40% del consumo regionale).

E in quest’area si muove da novembre dell’anno scorso la nave con il suo carico di tecnologia che le permette di perforare fino a 10 mila piedi di profondità (circa 3.000 metri) per lo sviluppo dei giacimenti di gas: in questo caso i quattro pozzi interessati si trovano a una profondità tra i 540 e i 620 metri e saranno controllati tramite la piattaforma esistente Prezioso. Il tutto nell’ambito del progetto di EniMed, la società di Eni che gestisce le attività di produzione e trattamento di idrocarburi in Sicilia di cui è presidente e amministratore delegato Alina Pomar, che ha costituito una joint venture con Energean, società che gestisce già il campo Vega giacimento petrolifero offshore sempre al largo delle coste siciliane, a 20 chilometri a sud di Pozzallo. Da Gela, dal Centro direzionale Eni, vengono coordinate le operazioni di quattro centri olio, tre piattaforme offshore e tre centrali gas distribuite sul territorio siciliano.

Sul fondo del mare è già stata costruita la linea di trasporto del gas lunga 60 chilometri con la posa dei tubi che sono stati interrati. Il progetto Argo-Cassiopea (con opere sia a mare che a terra) prevede investimenti complessivi per 900 milioni e punta, spiega Alina Pomar, «alla valorizzazione del territorio con investimenti nell’area, impatti positivi sull’occupazione e valorizzazione dell’indotto locale sia nella fase di costruzione sia operativa, nonché attrazione di ulteriori investimenti». A terra, all’interno dell’area della Bioraffineria in un’area dismessa è prevista la realizzazione di nuova centrale di compressione del gas per essere immesso nella rete nazionale: il cantiere è stato aperto a settembre del 2021 e i lavori sono in corso.

Infrastrutture a terra che torneranno certamente utili anche in futuro con i possibili sviluppi che arriveranno da nuovi giacimenti di gas: nell’area esiste un ulteriore potenziale esplorativo che potrebbe portare in dote ulteriori risorse di gas per circa 8-10 miliardi di metri cubi, sviluppabili a fronte di ulteriori investimenti sul territorio. Tra queste risorse, in particolare il campo di Panda e i temi esplorativi di Gemini, Centauro e Vela (Eni 60%, Energean 40%) nel Canale di Sicilia: «L’obiettivo – dice l’amministratore delegato di EniMed – è quello di raddoppiare le nostre riserve».

«Siamo convinti – dice ancora Alina Pomar – che il progetto Argo Cassiopea contribuirà alla valorizzazione del territorio e dell’economia locale e conferma la strategia di Eni nella valorizzazione del gas naturale nazionale in chiave di sicurezza energetica e come fonte energetica a basse emissioni. Il gas naturale domestico costituisce un elemento importante per rafforzare la sicurezza nazionale dell’approvvigionamento di energia e, nello stesso tempo, per abbattere le emissioni, in una logica di chilometri zero».

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