La sicurezza stradale è “un tema di assoluta rilevanza e di grandissima e permanente attualità” e “al centro dell’agenda politica nazionale e internazionale. Oggi continuiamo a pagare un tragico costo per la nostra mobilità con 70.000 morti e centinaia di migliaia di feriti dovuti a incidenti stradali. La sicurezza stradale è innanzitutto cultura sociale, educazione civica, che prescinde da qualsiasi attività tecnica”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenendo alla Camera al convegno “Strategie e strumenti per la sicurezza stradale nella mobilità”.

Numeri allarmanti

“Gli incidenti stradali uccidono più giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni rispetto a qualsiasi altra singola causa possibile di morte. In Italia, nel 2023, gli incidenti stradali rilevati dalla Polizia Stradale e dall’Arma dei Carabinieri sono stati complessivamente 70.950, di cui 1.204 con esito mortale e 28.631 con lesioni. Le persone decedute nel 2023 sono state 1.326, mentre quelle ferite sono state 41.854. Sono cifre intollerabili, da bollettino di guerra”.

“In una realtà sempre più complessa e tumultuosa, in un mondo che vede moltiplicarsi gli spostamenti, una mobilità efficiente e sicura è diventata un’esigenza primaria imprescindibile per una società che voglia stare al passo con lo sviluppo e assicurare il benessere dei suoi cittadini. Per garantire l’integrità della vita è indispensabile una attenta e condivisa azione sinergica tra istituzioni, società civile e industria: rendere meno pericolose le nostre strade richiede l’adozione di standard di sicurezza più esigenti per mezzi ed infrastrutture e implica l’incentivazione di nuovi modelli di mobilità e promuovere trasporti pubblici più diffusi ed efficienti nelle relazioni tra i territori”.

Sviluppare cultura della responsabilità e della prevenzione

Per Piantedosi “va evidenziato che i dati sulle vicende drammatiche che si succedono sulle strade fanno emergere come le vittime di incidenti siano, per la maggior parte, la sventurata conseguenza di comportamenti errati: distrazione, alta velocità, guida sotto l’effetto di alcol e sostanze stupefacenti, utilizzo smodato degli smartphone e mancato rispetto delle regole dettate dal Codice della Strada. È indubitabile allora come sia di primaria importanza sviluppare al massimo la diffusione di una cultura della responsabilità di ogni conducente volta ad accrescere la consapevolezza dei rischi a cui ciascuno di noi è esposto e a cui espone la vita degli altri quando è alla guida di un veicolo”.

“I controlli di polizia, da soli, non potranno mai essere sufficienti se, contemporaneamente, chi si mette alla guida non mostra attenzione, con la propria condotta, al rispetto della vita propria ed altrui. Dialogare con i giovani diviene allora fondamentale. Aprire la mente ai pericoli della strada e alle sanzioni. La Polizia di Stato si dedica con grande impegno alla prevenzione e a numerose campagne di educazione stradale con le quali promuove la cultura della guida responsabile. Il messaggio fondamentale diffuso in quelle occasioni è che la vita è un bene prezioso, da proteggere. Ognuno di noi deve custodire dentro di sé questa consapevolezza e salvaguardare la propria esistenza, considerando, al contempo, il benessere altrui”, ha concluso il titolare del Viminale.

Schillaci: “Prevenzione e promozione della sicurezza stradale riconosciute nei Lea”       

“La principale causa di morte tra i giovani, fascia 11-24 anni, è proprio l’incidente stradale. Questo è dovuto all’eccesso velocità, alla distrazione con l’uso del cellulare, all’abuso di alcol e alle sfide sui social network. Vite spezzate. La promozione della sicurezza stradale è riconosciuto come Lea, Livello essenziale di assistenza. Le campagne di prevenzione e di informazione ai cittadini sono prestazioni sanitarie che vengono garantite alla comunità. Non a caso la riduzione del numero e della gravità degli incidenti stradali è tra gli obiettivi del Piano nazionale della prevenzione 2020-2025″. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento al convegno alla Camera.

La parola chiave è prevenzione

“La parola chiave” contro gli incidenti stradali “non può che essere prevenzione, intesa soprattutto come promozione di atteggiamenti responsabili e promozione di stili di vita corretti. Così come è importante ricordare ai giovani che assumere alcol quando si guida aumenta il rischio di essere vittima o di provocare incidenti. E lo abbiamo fatto anche in collaborazione con Aci, che ringrazio, attraverso iniziative per promuovere la cultura di responsabilità nei confronti della salute propria e degli altri. La promozione della sicurezza stradale riguarda naturalmente tutte le fasce d’età della popolazione. Penso alla consapevolezza sul corretto utilizzo delle cinture di sicurezza, dei caschi, di seggiolini e rialzi” spiega il ministro della Salute. “L’attività di prevenzione – ha sottolineato Schillaci – deve essere costante se vogliamo veramente incidere concretamente per aumentare i livelli di sicurezza e questo richiede un approccio multisettoriale con la forte collaborazione tra i diversi ministeri e le altre realtà  coinvolte, che oggi sono tutti presenti per approfondire i tanti aspetti legati alla sicurezza stradale. L’iniziativa di oggi è uno strumento di informazione e sensibilizzazione e mi auguro che i ragazzi che stanno condividendo con noi strategie e attività si facciano portavoce di questo forte messaggio di promozione della salute, contribuendo a rafforzare la cultura della sicurezza stradale e della prevenzione”.

Condividere.
Exit mobile version