“L’Ucraina è un pezzo della nostra casa e faremo la nostra parte per difenderla” ricorda la premier Giorgia Meloni all’aeroporto di Antonov-Hostomel di Kiev, durante la cerimonia di consegna di onorificenze ai difensori dell’aeroporto, alla presenza del presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e dei primi ministri di Belgio e Canada, Alexander De Croo e Justin Trudeau.

In questo luogo si respira la storia, e la storia ci ricorda che c’è qualcosa di più forte dei missili, delle bombe, della fame o del freddo. E quel qualcosa è l’amor di Patria, l’amore per la libertà e la volontà di garantire ai propri figli un futuro di prosperità e benessere” ha aggiunto Meloni. “Una strofa dell’inno nazionale ucraino recita: Daremo anima e corpo per la nostra libertà. Qui è accaduto, su questa pista, tra ciò che resta dell’aereo più grande del mondo, è accaduto qui che ucraini coraggiosi e orgogliosi dessero anima e corpo per la loro libertà e la loro Nazione, accendendo quella speranza che ha dato anima e corpo in questi due anni di resistenza” ha proseguito la premier. 

“Tutto ciò che ci circonda ci ricorda quello che è accaduto in quella battaglia decisiva. E ciò che rimane sul terreno trasforma questo luogo in un inno alla libertà. E oggi siamo qui per dire grazie a quegli uomini e donne che il 24 febbraio di due anni fa non sono scappati, e invece hanno combattuto, per loro stessi, per le loro famiglie, per ciò che hanno di più caro”. La presidente del Consiglio aggiunge: “L’Europa, l’Occidente, sono qui per celebrare un atto d’amore, perchè qui gli ucraini hanno difeso ciò che amavano e, così facendo, hanno difeso anche noi. Hanno combattuto per darci la possibilità di essere qui oggi, per dire che questa terra è un pezzo della nostra casa e che faremo la nostra parte per difenderla”.

Da quella battaglia sono passati 730 giorni. Sono 730 giorni che gli ucraini ci ricordano cosa significhi credere nella propria libertà e nella propria Nazione. Sono 730 giorni che gli ucraini ci spiegano che sopravvivere non vuol dire necessariamente vivere. Sono 730 giorni che gli ucraini dimostrano al mondo come nessuno aiuto possa essere sufficiente se, a monte, non c’è qualcuno determinato a battersi. Questo luogo ci racconta tutto questo, qui dove è stata scritta la prima pagina per restituire all’Ucraina un futuro di libertà” ha concluso Meloni, ricordando anche che “questo posto è il simbolo del fallimento di Mosca e dell’orgoglio dell’Ucraina, qui i piani di Putin sono stati fermati, ci ricorda che c’è qualcosa di più forte di missili e guerra, l’amore per la terra e la libertà”.

Tra “i gesti eroici che hanno cambiato il corso della storia, uno di questi ha avuto luogo qui il 24 febbraio di due anni fa – ha aggiunto Meloni -, qui dove è iniziata l’eroica resistenza del popolo ucraino, qui dove è fallito il piano di Putin di rovesciare il regime democratico in pochi giorni e sostituirlo con un governo fantoccio che rispondesse alle sue istruzioni. Questo luogo è il simbolo dell’orgoglio ucraino” ha scandito.

“All’inizio si pensava a una guerra lampo e non lo è stata. Poi si pensava” che la Russia avrebbe “occupato metà del territorio ucraino e non è successo. Poi l’Ucraina ha liberato parte suoi territori. Attenzione a non essere anche noi vittime di una propaganda che conosciamo abbastanza bene”.

L’Italia c’è, questo penso che si veda” e ci sarà “a maggior ragione come presidente del G7. Continuiamo a garantire il nostro sostegno” all’Ucraina, “oggi firmeremo anche le nostre garanzie di sicurezza perchè riteniamo che in Ucraina si combatta anche per la nostra libertà e il nostro interesse nazionale”. Lo ha detto la premier, Giorgia Meloni, lasciando l’aeroporto Antonov al termine della cerimonia.

“Quello che è accaduto negli ultimi due anni, con focolai di crisi che si continuano a moltiplicare, è figlio di quella invasione – ha aggiunto Meloni – quando saltano le regole del diritto internazionale si rischia di ritrovarsi in mondo in cui chi è militarmente più forte invade il suo vicino. Non so se ci conviene un mondo del genere” ha concluso la presidente del Consiglio.

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