In Lombardia le misure emergenziali per l’inquinamento atmosferico vengono estese da oggi anche a Lecco e Mantova (con restrizioni di primo livello) e a Brescia (con restrizioni di secondo livello). La “cappa” di calore che si forma tipicamente nel periodo invernale nella parte alta dell’atmosfera, e che quest’anno in Pianura Padana preoccupa di più rispetto all’anno scorso, potrebbe avere una tregua con l’arrivo delle piogge, forse tra giovedì 8 e venerdì 9 febbraio, migliorando la situazione di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e parzialmente Piemonte. Ma si tratta ovviamente di un’incognita. Al momento, stando ai dati del 5 febbraio, le aree più critiche come numero di giorni di sforamento del Pm10 (al di sopra dei 50 microgrammi al metro cubo) da inizio 2024 rimangono Milano, Monza, Bergamo e Bresc ia. Considerando però i giorni consecutivi di sforamento, le aree più critiche sono Bergamo (13 giorni), Brescia (7 giorni), Cremona e Mantova (5 giorni), anche se in questo caso parliamo di una media provinciale, dato meno significativo dal punto di vista strettamente scientifico, ma utile come parametro per far scattare le restrizioni.

Restrizioni che in questo caso si estendono ancora, come detto: quelle di primo livello saranno dal 6 febbraio anche a Lecco e Mantova, mentre finora erano state imposte solo a Milano; quelle di secondo livello verranno estese da oggi anche a Brescia, mentre finora erano attive a Monza, Bergamo e Cremona. Vediamo in cosa consistono.

BOLLINI ROSSI CONCENTRATI TRA LOMBARDIA, VENETO ED EMILIA ROMAGNA

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Occhio ai termostati

Al primo livello c’è il divieto di combustione e di accensione di fuochi all’aperto; dalle 7,30 alle 19,30 i veicoli euro 0 e 1 non possono viaggiare, così come gli euro 2, 3 e 4 a gasolio e gli euro 0 e 1 a Gpl e metano, fine settimana incluso; le temperature vanno tenute al massimo a 19 gradi; vietati gli spandimenti in agricoltura. Al secondo livello si aggiunge anche il divieto di utilizzo di generatori a legna per il riscaldamento domestico.

Le cause di questa situazione sono dovute al clima che in questo periodo è privo di piogge, che si aggiunge ad una ventosità tipicamente bassa in quest’area e ad una temperatura stabile. In estrema sintesi si crea un’alta pressione, con aria calda in alto e aria fredda in basso, e una forte stagnazione.

Accumulo di inquinanti

«È una situazione tipica del bacino padano circondato dalle Alpi e dagli Appennini – spiega la presidente dell’Arpa Lombardia Lucia Lo Palo – Questa è la stagione in cui alle emissioni da traffico ed industriali si sommano le emissioni da riscaldamento. Infine è ormai cessato anche il divieto di spandimento dei liquami in agricoltura vigente nei mesi di dicembre e gennaio. Inoltre siamo proprio nel periodo dell’anno in cui le condizioni metereologiche favoriscono l’accumulo di inquinanti».

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