La coalizione di centrodestra Alleanza Democratica (AD) ha vinto di misura le elezioni politiche in Portogallo, in una giornata elettorale il cui vero protagonista è stato il partito di estrema destra Chega (che significa “Basta”). A pochi mesi dalle Europee, anche il Portogallo quindi si sposta a destra, dopo quasi dieci anni di potere socialista, con il premier Antonio Costa a guidare prima un governo di coalizione (la cosiddetta Gerigonça) e poi con un monocolore.

Mai risultati elettorali avevano colpito per la loro inattesa particolarità: il Partito Socialdemocratico, guidato da Luis Montenegro – alleato con il Partito Popolare e il Partito Popolare Monarchico – ha totalizzato il 28,63%. Il Partito Socialista, per cui correva come candidato premier Pedro Nuno Santos, ha raccolto il 28,66%: un’assoluta parità, insomma. La piccola differenza la fanno le due formazioni alleate del PSD, uno 0,86% che consente di arrivare a 79 seggi, due in più del PS.

 

La “sorpresa” di Chega

Ma, come si diceva, i veri vincitori di questi scrutini possono essere considerati i sovranisti di estrema destra di Chega, alla cui testa c’è André Ventura, ammiratore (ricambiato) di Bolsonaro, Orban, Trump e Salvini. Il movimento populista, nazionalista, antiabortista e anti-Lgbtqia* ha quadruplicato i seggi rispetto a quelli ottenuti nel 2022, quando si era fermato al 7,18% (12 seggi): oggi è al 18,06% dei voti (48 seggi).

 

I risultati degli altri partiti. Affluenza più alta rispetto a due anni fa

L’Iniziativa Liberale ha ottenuto il 5,08% dei voti (8 seggi). Dietro, il Blocco della Sinistra con il 4,46% dei voti e cinque seggi. Poi, ancora, l’alleanza di comunisti e Verdi, CDU-PCP, con il 3,30% dei voti e quattro seggi. Ancora, l’ambientalista Livre con il 3,26% e 4 deputati; infine, l’animalista PAN, con l’1,93% e un seggio.

Nel voto, al quale erano chiamati circa 10,8 milioni di portoghesi, si è registrata una partecipazione maggiore rispetto alle elezioni precedenti, con un’affluenza del 66,23%. La giornata è trascorsa tranquilla, senza criticità di rilievo, a eccezione della polemica portata avanti da AD e da un partito con una sigla simile, Alternativa Nazionale Democratica (ADN), di destra, che ha indotto alcuni elettori a confondersi al momento della votazione. AD ha segnalato questa confusione alla Commissione elettorale nazionale dopo aver ricevuto la notizia che alcuni elettori che volevano votare per loro hanno finito per votare ADN a causa della somiglianza.

Ap Photo

Il voto di André Ventura

Il centrodestra: “No all’alleanza con Ventura, PS e Chega non mi intralcino”

Si apre ora la partita per la formazione del governo, una missione di certo complicata per l’Alleanza Democratica, dal momento che essa gode di appena due seggi in più del centrosinistra. E questo dopo che Luis Montenegro ha ribadito il rifiuto di un accordo con l’estrema destra di Chega. Il segretario del PSD, tra i primi commenti, ha dichiarato di “avere fondate aspettative” che il presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, gli affiderà l’incarico di formare un governo.

Anzi, Montenegro è andato oltre: “Mi aspetto – ha dichiarato il leader di centrodestra dopo l’annuncio dei risultati – che PS e Chega non facciano un patto negativo per impedire la nascita del governo che i portoghesi volevano”, diffidandoli in sostanza dal cercare di intralciargli la strada per bloccare un esecutivo di minoranza, al momento la strada più percorribile.

Da parte sua, Nuno Santos ha commentato: “Nonostante la differenza sostanziale tra noi e AD, senza sottovalutare i voti degli ambienti elettorali delle nostre comunità (all’estero), tutto indica che il risultato non permetterà al PS di essere il partito con più voti”. Il leader socialista ha quindi ammesso la sconfitta, preannunciando che il suo partito guiderà l’opposizione.

LaPresse

Congresso del partito socialista europeo, l’intervento di Antonio Costa

La fine del governo Costa, complice uno scambio di persona

Il premier uscente Antonio Costa, a due anni dalla vittoria con la maggioranza relativa del 41,38% – ma assoluta in Parlamento, con 120 seggi su 230 -, è stato costretto alle dimissioni da uno scandalo finanziario, i cui contorni non sono ancora chiari e sui quali la magistratura sta facendo il suo corso. In seguito al coinvolgimento di alcuni membri del suo governo in un caso di corruzione, Costa aveva rassegnato le dimissioni. Lo stesso premier, in un primo momento, era risultato coinvolto nella vicenda, salvo poi scoprire che l’Antonio Costa citato dai giudici e dai media era Antonio Costa Silva, ministro dell’Economia e omonimo del leader socialista; questi, quindi, solo per un errore di trascrizione era stato associato allo scandalo, vero e proprio terremoto nella politica portoghese. Le dimissioni, lo scorso novembre, avevano portato il presidente della Repubblica a indire nuove consultazioni legislative, per il rinnovo dell’Assemblea e dell’esecutivo. Il voto che si è celebrato ieri.

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