La ristrutturazione dello stabilimento non è ancora stata completata, si aspetta il piano industriale, resta l’incognita della cassa integrazione e alla Sider Alloys di Portovesme riparte la mobilitazione. Con i sindacati e lavoratori che annunciano azioni di protesta e chiedono l’intervento del governo.

Certezze sul futuro

Al centro della discussione c’è il futuro dello stabilimento di alluminio primario che l’azienda italo-svizzera ha rilevato dall’Alcoa. «La situazione è veramente preoccupante, ancora non si conosce quali siano i programmi futuri per un rilancio della produzione – dice Roberto Forresu, segretario regionale della Fiom –. La sistemazione della sala elettrolisi non è stata ancora eseguita, non ci è stato presentato un piano industriale, non si conoscono ancora gli aspetti legati alle garanzie e c’è lo spettro della cassa integrazione».

Assemblea preoccupata

Argomenti finiti al centro dell’assemblea dei metalmeccanici in cui è stata ribadita la necessità di un incontro governativo. Anche alla luce dei rinvii dei giorni scorsi. «La prima riunione, necessaria per affrontare il tema e avere i chiarimenti sul futuro della fabbrica, fissata per il 7 marzo è stata rinviata a data indefinita – aggiunge Forresu – , a questo punto si rende necessario un incontro ai massimi livelli per affrontare la vicenda».

La partita ruota attorno allo stabilimento che ai tempi dell’Alcoa produceva 150mila tonnellate di alluminio primario in pani e billette e alla sua rimessa in marcia. Dopo la fermata del 2012, la mobilitazione, e sei anni fa l’ingresso della Sider Alloys con un piano di rilancio da 170 milioni e un progetto per l’inserimento al lavoro di circa 400 persone. Quindi l’ingresso negli impianti, le prime assunzioni e l’avvio di una prima parte delle opere con la ristrutturazione di una parte degli impianti e l’accensione della fonderia. Lo scorso dicembre lo sblocco delle garanzie Sace.

Aspetti da chiarire

«A oggi devono essere chiariti però alcuni aspetti – argomenta Forresu – come il piano industriale e i tempi per il revamping dell’elettrolisi e quindi la riaccensione di tutti gli impianti». L’appello dei sindacati e lavoratori va al governo anche per un altro motivo: «Lo Stato partecipa alla Sider Alloys, attraverso Invitalia, con il 20% , mentre i lavoratori con il 5%». Da qui l’annuncio: «L’assemblea generale, preoccupata dai ritardi con cui azienda e Istituzioni nazionali tardano a garantire il futuro strategico dell’alluminio primario, non escludono iniziative di protesta, utili a riportare l’attenzione sulla vertenza Sider Alloys».

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