Le regioni battono i ministeri 82 a 65. Non è il risultato di una partita di basket ma lo stato di avanzamento della spesa e dei fondi strutturali europei della programmazione 2014-2020 in Italia. Il quadro di sintesi è contenuto nell’ultimo bollettino statistico della Ragioneria generale dello Stato che fa il punto al 31 dicembre scorso.
I numeri sono la percentuale di pagamenti effettuati a quella data, in percentuale rispetto al valore complessivo di ciascun programma. Le regioni, spesso rimproverate di essere lente nell’utilizzo delle risorse comunitarie (e nazionali), con l’82,43% di pagamenti già effettuati sono state dunque più efficienti di quei ministeri titolari di programmi operativi finanziati da fondi Ue (Istruzione, Infrastrutture, Made in Italy, Cultura, Lavoro, Interno, Università e ricerca, più il Dipartimento per le politiche di coesione che gestisce i programmi Governance e Città metropolitane) fermi al 65,7%.

Si tratta in tutto di 64,4 miliardi (compresi i 14 miliardi e passa di React-Eu che si sono aggiunti nel 2020 e che hanno inevitabilmente messo in difficoltà qualche amministrazione nella gestione della spesa). Alla fine del 2023 in totale i pagamenti effettivi ammontavano a 48,7 miliardi, il 74,2%, una media di cui però le regioni – come si diceva – hanno i meriti maggiori. Quasi tutte. Nella tabella, le percentuali dei pagamenti già effettuati dicono che ci sono regioni addirittura in overbooking (Emilia-Romagna e Friuli Venezia-Giulia), altre a ridosso del 100% come la Puglia, la Toscana, la Valle d’Aosta e Bolzano e tante intorno alla soglia del 90%. Abruzzo, Calabria e Sicilia sono invece le regioni più indietro. La Campania, che ha una dote di 4,84 miliardi seconda solo a quella della Sicilia, è al 74,3%.

È bene precisare che le percentuali degli impegni di spesa sono molto più alte per tutte le regioni. Qui stiamo parlando solo dei pagamenti già erogati ai beneficiari. Per completarli c’è tempo fino a tutto il 2025, dopo la proroga di un anno inserita nelle scorse settimane nel regolamento Step.

Quanto ai programmi dei ministeri (Pon), gli impegni complessivi sono sopra la soglia del 100% ma la spesa effettiva arranca. La lettura dettagliata dei dati pubblicati dalla Ragioneria è un po’ più macchinosa perchè gli importi e le percentuali sono scomposti tra Fondo di sviluppo regionale (Fesr) e Fondo sociale (Fse). Sopra la media si collocano i Pon Cultura, Governance, Imprese e competitività, Iniziativa Pmi (che ha centrato l’obiettivo del 100%). Più in difficoltà gli altri, in particolare il programma Politiche attive per l’occupazione la cui dote però è stata quasi quadruplicata da React-Eu e infatti questa è la voce più in ritardo (36,7% di pagamenti). Fermo al 58% il Pon Infrastrutture e reti (ma qui l’effetto React è contenuto). Il programma Città metropolitane ha speso quasi tutta la dote Fse ma meno della metà di quella Fesr. Sotto la media anche il Pon Legalità.

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