Le aziende siciliane lanciano l’allarme: servono urgentemente tecnici diplomati dagli istituti tecnici professionali e dagli Its, e, soprattutto, ingegneri elettrici, elettromeccanici e industriali, e persino ingegneri aerospaziali che intervengono nella gestione e manutenzione degli aerogeneratori delle pale eoliche. Non c’è in incontro tra offerta di lavoro e domanda. Lo dice, anzi lo ribadisce, il presidente nazionale dei Consulenti del lavoro Rosario De Luca: «Esiste un disallineamento tra offerta formativa e mercato del lavoro, che produce l’inoccupabilità di oltre il 40% dei laureati. Da un lato bisogna intervenire sull’offerta formativa universitaria perché oggi si sa che ci sono alcune facoltà che non assicurano uno sbocco lavorativo, senza trascurare gli istituti tecnici per cogliere l’enorme occasione delle transizioni; dall’altro lato occorre che i giovani si impegnino attivamente nel continuo adeguamento delle proprie competenze e nella ricerca di un lavoro, così come prevede l’articolo 4 della Costituzione, senza cedere alla tentazione del vivere con i sussidi pubblici».

Un punto che è stato sviscerato nel corso di un convegno organizzato dalla Fondazione nazionale consulenti del lavoro a Palermo che ha portato, intanto, un primo risultato concreto: la creazione di una banca dati grazie alla collaborazione di Sicindustria (l’associazione di Confindustria che rappresenta le aziende di sette delle nove province siciliane) e i Consulenti del lavoro. «Le imprese, soprattutto nel campo della transizione ecologica e digitale, hanno un disperato bisogno di tecnici, ma non ne trovano – spiega il presidente di Sicindustria Luigi Rizzolo –. Confindustria ha creato il portale Unimpiego, che favorisce l’incontro fra domanda e offerta di lavoro e anche indicazioni al mondo della formazione per rendere la preparazione dei giovani aderente alle nostre esigenze. Chi vuole candidarsi può inviare il curriculum all’indirizzo e-mail: palermo@unimpiego.it».

«La Fondazione nazionale consulenti per il lavoro – dice il presidente Vincenzo Silvestri – è attiva in Sicilia per aiutare le istituzioni, le imprese, e in particolare Sicindustria con l’accordo odierno nell’opera di selezione delle figure professionali ricercate».

Ma c’è un’altra questione che va affrontata, sostengono gli imprenditori e non solo loro: «Quello della banca dati è solo un primo passo, perché è un fatto reale che i giovani che si presentano nelle imprese o non hanno una preparazione adeguata, o non hanno esperienza, e con organici all’osso e tante commesse da realizzare, le aziende non hanno il tempo di formarli sul posto di lavoro. Questo accade – dice Rizzolo – perché la filiera non funziona: i programmi didattici sono obsoleti, non sono previsti periodi di esperienza sul campo e, peggio ancora, le famiglie hanno ancora la convinzione che i loro figli debbano seguire il percorso degli studi classici, col risultato che poi i ragazzi o non trovano lavoro o sono costretti ad andare fuori Isola. Occorre che le famiglie abbandonino questa idea sbagliata, che comprendano che le professioni tecniche oggi assicurano ottime possibilità di sbocco lavorativo, e che il mondo dell’istruzione e formazione si orienti verso le esigenze urgenti del tessuto produttivo».

Anche i sindacati sono sulla stessa linea o quasi. Luisella Lionti, segretario generale della Uil Sicilia, sottolinea che «la formazione è fondamentale per preparare i giovani al mondo del lavoro, per recuperare chi lascia la scuola o non va all’università, per il reinserimento delle figure professionali nei settori che cambiano». Sebastiano Cappuccio, segretario generale della Cisl Sicilia, tornato a chiedere che il governo regionale convochi le parti sociali per un confronto sulla programmazione dei fondi del “Pnrr” e delle Politiche di coesione: «Abbiamo le analisi – ha detto Cappuccio – e siamo in grado di dire cosa chiedono i giovani e le imprese. Bisogna affrontare l’emergenza lavoro mettendo insieme tutte le risorse e programmandole e usandole con condivisione e responsabilità in base a ciò che serve, come il digitale e il green, dicendo ai giovani dove possono collocarsi invece di andare via». Mentre l’assessora regionale al Lavoro, Nuccia Albano, ha annunciato «l’apertura di sportelli dei Centri per l’impiego presso i piccoli Comuni, soprattutto quelli montani e lontani dai grandi centri urbani, che apriranno una volta a settimana con l’obiettivo di offrire i servizi per l’impiego anche ai giovani di questi territori. Ciò risponde ad una precisa richiesta che ci è arrivata dai sindaci».

Condividere.
Exit mobile version