Le malattie neurologiche e le malattie mentali colpiscono ad oggi oltre la metà della popolazione italiana. A livello globale, le malattie del cervello rappresentano la principale causa di disabilità e la seconda causa di mortalità, con un carico destinato ad aumentare con la crescita e l’invecchiamento della popolazione. Tali patologie comportano già oggi un peso significativo sui sistemi sanitari e tutte le stime attestano che, senza gli opportuni interventi, la situazione sia destinata a peggiorare nei prossimi anni. Ciononostante, il cervello rimane orfano di strategie per promuoverne e conservarne la salute. Proprio per questa ragione, in occasione della Settimana Mondiale del Cervello (11-17 marzo), la Società Italiana di Neurologia (SIN) lancia la Strategia Italiana per la Salute del Cervello 2024-2031 (SISAC) attraverso la quale intende implementare in Italia il Piano Globale di Azione per l’epilessia e le altre malattie neurologiche voluto dall’OMS allo scopo di ridurre l’impatto di tutte le malattie del cervello

I numeri

In Italia, oltre 7 milioni di persone soffrono di emicrania, 12 milioni soffrono di disturbi del sonno e sono oltre 1,2 milioni le persone affette da demenza, di cui 720 mila da malattia di Alzheimer; 800 mila sono i pazienti con conseguenze invalidanti dell’Ictus, patologia che ogni anno fa registrare 180 mila nuovi casi, e 400 mila coloro che sono colpiti da malattia di Parkinson. Sono alcuni dei numeri che danno una misura dell’impatto che hanno in Italia le malattie che colpiscono il cervello. Ad aggravare il quadro si aggiungono quelli che in genere vengono classificati come disturbi mentali: sono state poco meno di un milione le persone assistite dai servizi specialistici nel corso del 2020. 

“Stop a distinzioni tra salute mentale e del cervello” 

“La distinzione tra “salute mentale” e “salute del cervello”, così come tra malattie neurologiche e malattie psichiatriche, in realtà, scientificamente non regge”, spiega Matilde Leonardi, membro del consiglio direttivo della Società Italiana di Neurologia e neurologa alla Fondazione IRCCS Besta dove dirige il Centro Collaboratore Oms. Per questo nella strategia, “il cervello viene considerato come un unico sistema complesso in relazione con l’ambiente fisico e sociale, dove le due componenti operano insieme e si influenzano reciprocamente”, aggiunge l’esperta che sottolinea che “salute del cervello non vuole dire quindi assenza di malattia, ma implica avere stili di vita sani, fare attività fisica, avere una alimentazione sana, astenersi da alcol e fumo, evitare o controllare lo stress, prevenire problemi di salute, restare attivi da un punto divista cognitivo, avere relazioni sociali. E questo si applica a qualunque persona, con o senza patologia”, conclude. 

Il ministro Schillaci: “Sostegno alla strategia italiana per la salute del cervello, 35 milioni al Fondo Alzheimer” 

Per il triennio 2024-2026 sono stati previsti 35 milioni di euro di stanziamento complessivi, ossia 20 milioni di euro in più rispetto a quanto previsto per il triennio precedente” per il rifinanziamento del Fondo per l’Alzheimer e le demenze ha ricordato il ministro della Salute Orazio Schillaci intervenendo alla presentazione alla Camera dei Deputati della strategia italiana per la salute del cervello 2024-2031, promosso dalla Società Italiana di Neurologia. “Assicuro la massima attenzione al manifesto e alle proposte. La Società Italiana di Neurologia, e più in generale le società scientifiche, svolgono un ruolo fondamentale per il progresso della nostra capacità di rispondere ai bisogni di salute e per questo è cruciale mantenere una stretta collaborazione, anche con il coinvolgimento delle associazioni dei pazienti, dei familiari e dei caregiver”, ha aggiunto Schillaci. 

La strategia italiana per la Salute del Cervello

La Strategia prevede l’avvio di una alleanza che coinvolga tutti gli interlocutori nazionali sui possibili interventi da realizzare negli ambiti della programmazione sanitaria, della prevenzione, della ricerca, della diagnosi, della cura, della riabilitazione e del sociale. La Strategia Italiana per la Salute del Cervello 2024-2031 è delineata nel Manifesto italiano “One Brain, One Health”, che la SIN ha presentato alla Camera dei Deputati. Il documento definisce i punti chiave e individua le priorità d’azione da implementare nei prossimi anni attraverso un programma nazionale che prevede la collaborazione di tutti gli attori del panorama socio-sanitario, in particolare di tutte le parti coinvolte a vario titolo nella Salute del Cervello. Per diffondere un nuovo approccio alla Salute del Cervello, la SIN desidera, quindi, avviare un proficuo confronto con le cosiddette “6 P”: Pazienti (associazioni di pazienti e familiari), Professionisti sanitari, Providers (di servizi sociosanitari, terapie e tecnologie, pubblici e privati), Partners (le società scientifiche, le Università, gli Istituti di ricerca), Politici (decisori e finanziatori delle politiche pubbliche e istituzioni) e Popolazione generale.

Perché One Brain, One Health

One Brain esprime il concetto che occorre ricomporre la frammentazione delle diverse malattie del cervello, neurologiche e mentali, e che ogni persona, con il suo cervello e la sua mente è fortemente connessa con i cervelli e le menti della comunità. La salute del cervello, dunque, equivale alla salute della comunità

One Healt si basa sul riconoscimento che la salute del cervello e la salute delle persone, la salute degli animali e la salute dell’ecosistema sono legate indissolubilmente e quindi, sostiene l’esistenza di un’unica salute, dove nessuna componente predomina sulle altre e tutte sono strettamente collegate e interdipendenti

La sfida per la salute del futuro: prevenzione, diagnosi e trattamento

È cruciale combattere lo stigma e la discriminazione delle malattie mentali creando un ambiente in cui chiunque abbia bisogno di aiuto possa sentirsi libero di chiederlo e riceverlo senza alcun pregiudizio. È normale attraversare momenti di difficoltà, ma è fondamentale garantire che chiunque cerchi aiuto possa trovarlo. Per questo è cruciale investire nella formazione e nello sviluppo di competenze che promuovano la brain wellness in tutte le sue declinazioni, migliorando l’accesso alle cure e all’assistenza e la prevenzione.” 

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