Il risultato in Sardegna che ha permesso la vittoria di Alessandra Todde e del ‘campo largo’ sembra ormai lontanissimo, come l’alleanza più che larga in Abruzzo che, al di là del risultato, permise un accordo più ampio, capace di raccogliere anche il consenso di Italia Viva e di Azione. Ed è proprio il risultato abruzzese ad aver dato il via a quelle sensazioni di malessere che hanno prodotto poi la rottura in Basilicata e poi in Piemonte. Al Nazareno sono in molti a pensare che quello che poteva essere dopo la Sardegna oggi non lo è più.

Elly Schlein che, in Sardegna, festeggiava con una vittoria il suo anniversario alla guida dei Dem, oggi è costretta, per responsabilità anche interne al suo partito, a prendere il telefono e a chiamare Giuseppe Conte per dirgli di resistere e di non buttare tutto alle ortiche. Ciò che non cambia, infatti, è l’obiettivo comune: rappresentare con una coalizione il più possibile larga l’alternativa nel governo regionale e poi in quello nazionale.

Ma nelle cose non dette ci sta la volontà di Giuseppe Conte ad essere quel federatore di oggi: quello che fu, in un ormai lontano passato, il ruolo di Romano Prodi e certamente questa sua volontà non piace ai Dem. Il Movimento 5 stelle, che aveva individuato per la Basilicata un candidato della società civile accusa il Pd di non essere stato in grado, nemmeno al suo interno, di difendere la candidatura e di sottoporla alla contestazione della base lucana.

In Piemonte, sebbene anche Giuseppe Conte abbia parlato di una trattativa già difficile, la definizione di una candidatura a presidente della Regione da parte del Pd, appesantisce ulteriormente la discussione del tavolo di lavoro unitario. A poco servono gli inviti al Movimento a valutare quella candidatura.

Alla paura del poco tempo per trovare soluzioni vincenti o comunque capaci almeno di tenere il campo largo unito, si unisce l’altra, più forte per la segretaria Dem, di vedere un risultato debolissimo del Movimento alle Europee che scatenerebbe una guerra tra le due formazioni che con difficoltà, a quel punto, saranno in grado di arrivare unite alle prossime elezioni politiche.

 

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